Signorini chiede al futuro governo indirizzi chiari per il nuovo Prp
Appello per una politica industriale ben definita dal presidente dell’Adsp genovese. Che, intanto, accusa: “Interferenze esterne per rendere accidentato il percorso della diga”
Genova – “La diga, è evidente, è un’opera ‘non amata’”.
Padrone di casa – il convegno organizzato da Ente Bacini si è tenuto stamane nella sede della controllante, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale –, Paolo Emilio Signorini a latere del focus sul futuro delle riparazioni nel porto di Genova è stato interpellato sulle questioni di maggiore attualità per lo scalo, fra cui appunto la realizzazione della nuova diga foranea, opera simbolo del Pnrr e in quanto tale attenzionata sotto vari punti di vista, a partire dai numerosi intoppi che hanno causato un notevole ritardo (circa un anno al momento) sui tempi inizialmente previsti.
“È un’opera non amata perché è un’infrastruttura che andrà a creare squilibri e problematiche in certe filiere logistiche fuori dall’Italia. Normale quindi che ne sia stato reso più accidentato il cammino fra osservazioni, ricorsi e così via. Ma ci sta, il Governo la sostiene e procediamo. Il percorso è iniziato nel 2018 e entro il 12 ottobre aggiudicheremo i lavori: penso sia un buon risultato per un’opera colossale come questa” ha spiegato Signorini, incassando da Mauro Vianello, presidente di Ente Bacini, una conferma alla teoria del complotto (anche se più casereccia): “Sono in molti a remare contro la diga, anche in porto”.
Ammannito alla platea un così ghiotto antipasto, il numero uno dello scalo è comunque riuscito a tenere alta l’attenzione anche parlando del secondo macrotema sottopostogli, il piano regolatore portuale, il cui iter, appena avviato dall’ente, è previsto concludersi entro fine 2023: “Il Prp definirà le linee strategiche del principale polmone economico della città per i prossimi 20-30 anni, Genova si gioca moltissimo con questo documento. Pensiamo ad esempio alle aree Ilva: hanno un valore immenso, sono come Via Montenapoleone per Milano”.
Un appello preciso che Signorini ha indirizzato a un destinatario preciso, anche considerata la presenza in sala e poi fra i relatori di diversi candidati alle elezioni di domenica: “Il problema è che non vedo la necessaria chiarezza in termini di politica industriale. Mi spiego: è vero che è l’Adsp che deve redigere il Prp. Ma per prendere alcune decisioni, ecco il richiamo alle aree Ilva, occorrono indirizzi e visioni che devono provenire dal Governo, in un quadro organico di politica industriale che tenga conto delle strategie dei grandi player. Non solo dei trasporti, ma dell’industria, dalla chimica all’energia. Questo quadro oggi mi pare tutt’altro che definito”.
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