Diga di Genova, l’Adsp scommette sulla proroga del termine Pnrr
L’ente ritiene “complicato” il rispetto del limite temporale a fine 2026, ma lo inserirà a contratto confidando nei “rumori di corridoio” su circa sei mesi di rinvio da parte di Bruxelles
“Il rispetto di questa tempistica è veramente complicato”.
A pronunciare queste parole nel corso di un’audizione di fronte al Consiglio Regionale della Liguria è stato ieri Marco Vaccari, dirigente dell’Autorità di Sistema Portuale di Genova e Rup (responsabile unico del procedimento) dell’appalto per la progettazione definitiva, esecutiva e i lavori di realizzazione della nuova diga foranea di Genova, progetto di punta del piano straordinario delle opere dell’Adsp nonché del Pnrr (rectius, del fondo complementare al Pnrr, soggetto in ogni caso alle medesime regole che disciplinano i fondi europei del Pnrr).
Oggetto della frase era proprio il termine fissato dal Pnrr per l’ultimazione delle opere da esso finanziate, vale a dire il 31 dicembre 2026. “Prevediamo di mettere a contratto la data del 30 novembre 2026 – ha puntualizzato Vaccari rispondendo ai consiglieri Pippo Rossetti e Ferruccio Sansa – in modo da avere un mese di margine per il completamento del collaudo statico e tecnico-amministrativo, che inizierà comunque prima, a lavori in corso”.
“Il rispetto di questo termine – ha tuttavia riconosciuto Vaccari a valle del ritardo accumulato dall’iter – è veramente complicato, anche sulla base di quanto ci hanno prospettato gli operatori economici”. Le incognite, infatti, sono numerose, esemplificate dal dirigente Adsp nelle problematiche meteomarine, nelle sovrapposizioni nell’uso dei mezzi nautici necessari, nel rischio di guasti imprevisti ai macchinari impegnati nei lavori.
L’ente, consapevole che lo sforamento comporterebbe in teoria l’obbligo di restituire le risorse stanziate dal fondo complementare per l’opera (500 milioni di euro), scommette però sulla dilazione dei tempi: “Rumori di corridoio dicono che questo termine verrà certamente prorogato per varie ragioni, fra cui la guerra. A contratto quindi dobbiamo prevedere questa data (di fine 2026, ndr), ma abbiamo la possibilità di avere un franco di sicurezza di circa 6 mesi” ha assicurato Vaccari, specificando che, in tema di penali sui ritardi – una delle motivazioni per le quali i candidati all’appalto avrebbero bucato il termine del trenta giugno per la presentazione delle proprie offerte – l’ente “ha inserito penali che possono essere un po’ rimodulate. La penale classica dell’1 per mille verrà applicata solo dopo un certo periodo di tempo”.
Fra i temi affrontati in audizione, anche quello delle prescrizioni impartite dal Ministero della Transizione Ecologica in ambito di Valutazione di Impatto Ambientale. In proposito Vaccari ha in particolare spiegato che la port authority si adopererà “per qualificare il materiale rinveniente dalla demolizione, che la Via ha classifica quale rifiuto, come sottoprodotto del cantiere, in modo da smaltirlo in maniera più gestibile (più economica, ndr)”.
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