Partiti da Trieste i 12 motori per Daewoo prodotti da Wartsila
Dopo l’annullamento del licenziamento dei 451 lavoratori il sindacato sblocca le operazioni sui moli del canale industriale
Ritornata a Trieste dopo alcune settimane passate in rada, la nave Uhl Fusion ne è ripartita sabato scorso, dopo aver terminato le operazioni di imbarco di 12 motori navali destinati a Dmse (Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering), al termine di uno stallo durato quasi due mesi.
A seguito della comunicazione di Wärtsilä, produttrice dei motori, di voler ridimensionare lo stabilimento produttivo di Trieste, licenziando 451 dipendenti, le sigle sindacali dei lavoratori portuali, in solidarietà coi colleghi metalmeccanici, avevano avviato una forma di protesta che ha impedito per settimane l’imbarco dei manufatti.
L’annullamento da parte del Tribunale del lavoro, adito dai sindacati, della procedura di licenziamento, una decina di giorni fa, ha smosso le acque e convinto Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti a mollare la presa, anche in ragione di una sorta di dichiarazione di solidarietà chiesta e ottenuta da Daewoo da parte del sindacato confederale. Proprio questo epilogo, tuttavia, ha creato una spaccatura all’interno della rappresentanza dei lavoratori portuali, con alcune sigle (fra esse Usb e il Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste) che hanno invitato a non procedere con l’imbarco, dal momento che la procedura di licenziamento sarà comunque portata avanti da Wärtsilä.
Invito caduto tuttavia nel vuoto, dato che le operazioni di imbarco si sono regolarmente svolte e concluse sabato scorso. Resta l’incognita sullo stabilimento e sui licenziamenti, dato che al momento le voci su un possibile subentro (di una compagine guidata dall’azienda pubblica Leonardo, cui parteciperebbe però, secondo Adriaports, anche Hyundai Himsen, fabbrica di motori 4 tempi che fornisce il 90% delle installazioni di Dsme e della tedesca Man) sono rimaste tali.
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