Ferrari (Psa): “Investiamo a Stoccarda e prepariamo rincari per l’energia”
Previsto un piano di rinnovo dell’equipment per tutti e tre i terminal di Genova e Venezia che verrà sostituito con macchinari dotati di tecnologia elettrica e moderna
Questa intervista fa parte dei contenuti pubblicati all’interno dell’inserto CONTAINER ITALY:
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Il Gruppo Psa è il primo player mondiale nel mercato del terminalismo portuale (con oltre 60 terminal in Europa, Asia, Nord e Sud America) e Psa Italy movimenta ogni anno circa 2 milioni di container negli scali di Genova e Marghera, ha circa 1.000 dipendenti e un rete globale di connessioni via mare, terra e ferrovia. Nel capoluogo ligure il gruppo opera i due terminal container Psa Genova Pra’ e Psa Sech a cui si aggiunge il Psa Venice in Adriatico. L’azienda è al servizio di spedizionieri, importatori ed esportatori e in questa intervista a SHIPPING ITALY l’amministratore delegato Roberto Ferrari affronta alcuni dei temi più attuali per il mondo del terminalismo portuale.
Ferrari per iniziare cerchiamo subito di raccontare quali sono in questo momento le maggiori criticità e le maggiori opportunità che Psa a Genova e a Venezia vede di fronte a sé?
“Il tema del costo (sempre più alto) dell’energia ha una ripercussione senz’altro anche sui porti e sulle nostre banchine e mette in parte a rischio i risultati positivi a cui avevamo assistito dopo le difficoltà affrontate durante la pandemia. È evidente che anche noi dovremo adottare delle compensazioni a tutela del lavoro sulle banchine e questo si tradurrà in un’ulteriore difficoltà per il consumatore finale.”
Quali altre sfide oltre al caro-energia?
“Oltre al tema energetico è giusto ricordare le criticità di sempre, ovvero le infrastrutture e i collegamenti con i mercati di riferimento. Ci sono però delle opportunità in termini di collegamenti ferroviari che sul nodo di Genova Pra’ stanno dando risultati estremamente soddisfacenti, con volumi in crescita: il servizio ferroviario Southern Express ha infatti trasportato oltre 22mila Teu da quando abbiamo inaugurato il primo treno nell’ottobre del 2018 e abbiamo intenzione di continuare a investire in questo senso. Abbiamo infatti previsto l’apertura di un ufficio Psa a Stoccarda proprio nell’ottica di implementare il servizio e lo snodo intermodale, con un invio diretto dalle banchine genovesi alla Svizzera.”
Quali investimenti prevede di avviare Psa in Italia e con quali ritorni in termini operativi ed economici?
“Siamo partiti con il piano di rinnovo dell’equipment di tutti e tre i terminal, che verrà sostituito con una tecnologia elettrica e moderna, per raggiungere l’obiettivo dell’abbattimento del 50% delle emissioni di CO2 nei nostri porti, obiettivo che verrà ulteriormente implementato grazie all’introduzione dell’automatizzazione di alcuni processi. Cambiamenti che garantiranno efficienza, rispetto dell’ambiente e, contestualmente, la formazione di nuove figure professionali.”
Psa come pensa di difendersi e affrontare la crescente concorrenza nel bacino portuale del Nord Tirreno?
“Psa Italy idealmente si può considerare un’unica realtà economica che collega l’alto Tirreno e l’alto Adriatico: la nostra presenza nel Mediterraneo garantisce ai player mondiali di rivolgersi a un unico interlocutore che permette alle merci di raggiungere in entrata il Nord Italia o il Nord Europa e in export i principali punti di contatto con il Mediterraneo. Complessivamente i risultati del 2021 mostrano un miglioramento in confronto al 2020, ma sono ancora distanti dai numeri del 2019; tuttavia i segnali – al netto delle oggettive difficoltà congiunturali derivanti da situazione geopolitiche mondiali che tutti ben conosciamo – sono positivi.”
Da un punto di vista del lavoro portuale quali sono i maggiori cambiamenti in atto?
“Il gruppo a Genova prevede di procedere con un maggior numero di assunzioni dirette (inevitabilmente riducendo le chiamate alla Culmv). Anche il nostro settore, così come altri, è sempre più soggetto a un processo di digitalizzazione dei processi e delle attività che è estremamente avanzato: ecco perché i profili che ricerchiamo non sono esclusivamente operativi. In questo senso si è conclusa lo scorso 5 settembre la selezione per accedere al bando per il corso di alta formazione della durata di due anni, promosso da Accademia della Marina Mercantile in collaborazione con diversi terminalisti, tra cui noi di Psa Italy con i terminal di Sech e Genova Pra’, per la figura di business process officer, che non va certo a sostituirsi al tradizionale lavoro sulle banchine: i nostri terminal a Genova sono infatti i principali clienti di Culmv. Oggi è sempre più necessario avere figure professionali altamente formate con competenze It e gestionali, oltre che operative.”
In prospettiva futura vedete opportunità derivanti da un reshoring dell’attività in Mediterraneo? Possibile che da terminal full container Psa si apra anche ad altre attività come ro-ro, multipurpose o altro?
“Ha senz’altro più senso parlare di servizi ancillari introdotti per i nostri clienti, come fast truck, Vgm dedicato, prenotazioni degli slot di ritiro e consegna dei contenitori. Questo per quanto riguarda i flussi in entrata e in uscita. Non prevediamo di aprire nuovi servizi per clienti che utilizzano navi ro-ro.”
Le sinergia fra i terminal di Genova Pra’ e Sech che risultati stanno dando?
“Ottimi, perché sono due realtà complementari che lavorano in sinergia e che insieme a Vecon hanno fatto registrare al gruppo una movimentazione complessiva nel 2021 pari circa il 25% di tutti i Teu in arrivo e uscita dagli scali gateway in Italia.
Ma soprattutto ritengo sia importante sottolineare che la sinergia tra Sech e Genova Pra’ ha portato a un utilizzo migliore e più efficiente delle banchine pubbliche, nel senso che le sfruttiamo al meglio, perché possiamo indirizzare le navi da un terminal all’altro rispetto alle loro esigenze e orari, evitando congestioni e ottimizzandone la lavorazione.”