Definitivo via libera al rigassificatore di Piombino
Il governatore Giani replica al sindaco dicendo che la nuova banchina realizzata con 110 milioni è “sostanzialmente sottoutilizzata”
“La Conferenza dei servizi, presupposto fondamentale per l’autorizzazione all’approdo della nave di rigassificazione nel porto di Piombino, si è conclusa con parere favorevole con prescrizioni, quindi esito positivo rispetto alla sua collocazione”. Lo ha comunicato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, al termine della conferenza dei servizi a Palazzo Strozzi Sacrati. “Voglio, anche per dare un metodo, arrivare ad approvare in Giunta il memorandum Piombino che costituirà fonte di intesa con il Governo, presupposto per l’autorizzazione. Questo avverrà lunedì pomeriggio, nelle ore immediatamente successive fra lunedì sera e martedì mattina firmerò materialmente l’atto che consente a Snam di iniziare i lavori” ha aggiunto.
In una lunga nota, la Regione Toscana sottolinea che l’intesa con il Governo contiene le misure compensative che la Regione Toscana ha chiesto, discusse a suo tempo con i ministri del governo Draghi e presupposto al via libera all’opera: sconto in bolletta del 50 per cento per cittadini e imprese ad esempio, strade e bonifiche attese da anni, investimenti per realizzare un parco delle energie rinnovabili, più collegamenti con l’Elba e poi ancora, tra le varie misure e richieste, sostegno alle attività di pesca, itticoltura e turismo, risorse per il parco archeologico o agevolazioni fiscali che deriverebbero dal riconoscimento di Piombino come zona logistica semplificata o zona economica speciale o equivalente.
I trentacinque enti chiamati a esprimersi sull’autorizzazione all’opera, ad eccezione del sindaco e del Comune di Piombino, si sono espressi favorevolmente, con una serie di prescrizioni che il commissario Giani allegherà all’autorizzazione. Sono dodici, in particolare, i soggetti competenti al rilascio dell’autorizzazione: dal dipartimento della presidenza del Consiglio dei ministri che rappresenta tutte le amministrazioni statali alla Regione Toscana, dalla Provincia di Livorno, il sindaco e il Comune di Piombino all’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale, il Consorzio di bonifica Toscana Costa, Telecom Italia, Enel distribuzione, Asa-Ait, Terna, Enac, Anasa e società elettrica Ligure Toscana. Più di ottanta sono stati i pareri e le osservazioni espressi e depositati in quasi due mesi, prima e durante le tre riunioni della conferenza dei servizi, convocate il 19 settembre, 7 e 21 ottobre.
“Il sindaco e il Comune di Piombino – spiega Giani – hanno confermato la loro contrarietà, ma la Conferenza, alla luce dell’istruttoria compiuta, ritiene che gli argomenti posti siano superabili sulla base delle controdeduzioni inoltrate da Snam e dei pareri espressi, risposte fornite e prescrizioni richieste dai vari enti coinvolti”.
Prescrizioni, assicura Giani, che non ritarderanno il cronoprogramma delle opere e dunque rendono possibile per Snam di mettere in funzione il rigassificatore dalla prossima primavera. Di fatto l’opera di cantiere più grande da realizzare sarà la conduttura, lunga otto chilometri e ottocento metri, che passerà sul fondale del piccolo davanti al porto e collegherà la nave, rifornita da metaniere una volta in esercizio, al gasdotto nazionale che corre lungo l’Aurelia.
Quanto alla collocazione della piattaforma offshore, dove la nave sarà ormeggiata dopo tre anni, Snam non ha ancora indicato il sito. “Dovrà farlo entro quarantacinque giorni dal rilascio dell’autorizzazione alla collocazione della nave nel porto” assicura Giani. “Un termine tassativo e vincolante che sarà parte del via libera ai lavori, assieme alle altre prescrizioni. Snam sta procedendo – anticipa il commissario – a studi e verifiche ingegneristiche ad ampio raggio, non solo nel tratto di mare davanti alle coste toscane ma anche oltre i confini della Toscana. Sicuramente, ma questa era già la prima condizione vincolante che avevo posto fin da agosto, la piattaforma off-shore, dove la nave continuerà ad operare per i successivi ventidue anni, non sarà allestita davanti a Piombino o nel golfo di Follonica”.
Giani si dice soddisfatto dei lavori e del clima registrato durante i lavori della Conferenza dei servizi. “Ritengo – dice – che sia stato fatto un lavoro molto approfondito. La mole di documenti prodotti è consistente ed oggi abbiamo tirato le somme”. Sull’annunciato ricorso al Tar del sindaco si limita a commentare: “è nelle sue facoltà”. Poi aggiunge: “A Piombino c’è un porto da duemila anni e al suo interno sorge una banchina, realizzata dalla Regione Toscana spendendo 110 milioni di euro, al momento sostanzialmente sottoutilizzata (nell’area si è insediato il cantiere Piombino Industrie Marittime, ndr). Doveva infatti servire allo smontaggio della Costa Concordia, che poi fu invece trasportata in Liguria. Una volta – dice – che ci si rende conto che Piombino è il luogo più adatto ad ospitare l’opera, essenziale per la situazione di emergenza energetica che l’Italia sta vivendo, anche come presidente della Regione devo farmi carico degli interessi generali. In ogni caso mi sento di garantire per la sicurezza degli abitanti di Piombino e vorrei che il Comune e i cittadini contrari all’opera non si ritirassero sul loro Aventino ma collaborassero con me per chiedere al Governo che si facciano quelle opere, bonifiche ed infrastrutture da tempo attese e non ancora realizzate, facendo del rigassificatore un’opportunità”.
Sulle prescrizioni il commissario-presidente spiega che sono “ampie ed articolate”. “Riguardano – annota – tre grandi questioni: la sicurezza, che sarà assicurata anche attraverso controlli e monitoraggi continui, la possibilità di compatibilità ambientale affinché non si danneggino le attività oggi svolte e la prevenzione di tutto ciò che possa creare danni o alterare le condizioni del porto”.
Il rigassificatore, aggiunge ancora, “non creerà ostacolo al transito delle navi nel porto né per l’attività siderurgica né per i collegamenti verso l’arcipelago”. Quanto ai timori relativi a pesca e itticoltura, il cloro e l’acqua fredda immessi in mare esauriranno i loro effetti nell’arco di duecento metri dalla nave, all’interno del porto, e dunque ben lontano dagli impianti e le attività economiche.
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