Grimaldi (International Chamber of Shipping): nuove proposte per ridurre CO2 e premi alle navi
La proposta per essere efficace dovrà essere messa in opera entro e non oltre il 2030; verrà discussa a dicembre 2022 dopo la Cop27 e prima del Comitato per la protezione dell’ambente marino dell’Imo a Londra
L’Ics-International Chamber of Shipping, guidata dal presidente Emanuele Grimaldi, ha annunciato nuove proposte per l’accelerazione verso la transizione del settore marittimo che prevedono premi finanziari a navi e produttori di energia che investono in combustibili a basse/zero emissioni nette.
Ics, che rappresenta l’80% della flotta mercantile mondiale, nel documento indirizzato all’Imo – Organizzazione marittima internazionale, ente regolatore delle Nazioni Unite per lo shipping – propone un sistema “fondo e premi“(fund and reward – F&R) per catalizzare l’adozione di combustibili alternativi, che attualmente costano almeno due o tre volte di più rispetto ai combustibili marini convenzionali. Con questo sistema propone di combinare gli elementi di varie recenti proposte di riduzione dei gas a effetto serra di diversi governi, oltre a un sistema di contributi forfettari precedentemente proposto da Ics e Intercargo e idee recentemente avanzate per un provvedimento globale dell’Imo dall’Ue 27.
“Con la proposta Ics “fund and reward”, gli stati membri dell’Imo hanno una nuova, ma molto breve finestra di opportunità per mettere in atto una misura economica globale che possa dare il via allo sviluppo e alla produzione di combustibili alternativi per il trasporto marittimo. Per raggiungere lo zero netto a metà secolo, questi nuovi combustibili devono iniziare a diventare disponibili in quantità significative su base commerciale all’incirca entro e non oltre il 2030” ha spiegato Emanuele Grimaldi, che ha aggiunto: “Il compromesso è sempre difficile ma, in ogni trattativa, avere una proposta come questa può consentire a tutti di essere uniti. Spero che questa proposta agirà da ponte tra le ambizioni climatiche sia dei paesi sviluppati sia di quelli in via di sviluppo, in modo che nessuna parte del settore marittimo globale sia lasciata indietro”.
Nella pratica: il premio verrebbe calcolato sulla base delle emissioni di Co2 evitate e finanziate tramite un contributo forfettario obbligatorio delle navi per tonnellata di Co2 emessa e – afferma Ics – il sistema “fondo e premi” potrebbe essere istituito entro il 2024, se i governi riuscissero a concordare il quadro normativo presso l’Imo.
I contributi della flotta globale verrebbero raccolti in un “Fondo per la sostenibilità marittima internazionale” che – si stima – potrebbe raccogliere miliardi di dollari all’anno da impegnare sia per ridurre il divario di prezzo, a livello globale, tra i combustibili marini ad alto contenuto di carbonio esistenti e i combustibili alternativi, sia a sostenere gli investimenti tanto necessari nei paesi in via di sviluppo per la produzione di nuovi combustibili marini e infrastrutture di bunkeraggio. Il fondo ricompenserebbe le navi in base alla rendicontazione annuale delle emissioni di Co2 ridotte dall’uso di “combustibili alternativi idonei”. Ad esempio – spiega Ics – una nave alimentata ad ammoniaca (uno dei combustibili alternativi oltre a metanolo, idrogeno, biocarburanti sostenibili e combustibili sintetici) potrebbe ottenere un risparmio sui costi di oltre 1,5 milioni di dollari all’anno.
In vista della Cop 27, questa nuova proposta del settore è rilevante nel contesto delle emissioni totali di Co2 del trasporto marittimo internazionale, considerato un settore “difficile da abbattere”, che rappresenta tra il 2 e il 3% delle emissioni mondiali di gas serra.
Il segretario generale di Ics, Guy Platten, ha sottolineato la necessità di ridurre significativamente il divario di prezzo dei nuovi combustibili alternativi, molto costosi, per accelerarne la produzione e l’adozione, per essere pronti entro il 2030 con questo percorso verso lo zero netto entro il 2050 aggiungendo che è fondamentale sostenere anche gli sforzi di riduzione dei gas serra marittimi nei paesi in via di sviluppo. “Questo fondo ha il potenziale per andare oltre la tradizionale portata dell’Imo, aumentando gli investimenti per la produzione di carburante e le infrastrutture di bunkeraggio nei porti di tutto il mondo, che saranno vitali per la completa decarbonizzazione della nostra industria globale” ha concluso Platten.
La proposta Ics mira a garantire che almeno il 5% dell’energia utilizzata dalla flotta mondiale nel 2030 sia prodotta da combustibili alternativi. Ciò andrebbe contro il piano d’azione 2022 di Mission Innovation (ndr: iniziativa di cooperazione multilaterale globale nata nel 2015 cui l’Italia ha preso parte) per il trasporto marittimo a emissioni zero e rappresenterebbe l’equivalente di circa 15 milioni di tonnellate di nuovi combustibili all’anno entro la fine del decennio, un progresso significativo rispetto alla cifra attuale di quasi zero.
Una dettagliata valutazione d’impatto effettuata per Ics da Clarksons Research ha identificato che un contributo finanziario fino a circa 100 Usd per tonnellata di Co2 emessa non causerebbe impatti negativi sproporzionati sulle economie degli stati. Tuttavia, Ics ritiene che i contributi potrebbero inizialmente essere fissati molto più bassi e quindi essere soggetti a una revisione di 5 anni man mano che diventano disponibili quantità crescenti di nuovi combustibili.
Il quantum del contributo delle navi è di grande importanza per i paesi in via di sviluppo, il cui sostegno sarà necessario per ottenere l’adozione del quadro normativo, la cui architettura si basa sulle precedenti proposte del settore per un Fondo R&S dell’IMO.
La proposta dell’Ics per il sistema fund and reward (F&R), sarà discussa a dicembre 2022 dopo la Cop 27 e prima del prossimo Comitato per la protezione dell’ambiente marino dell’Imo a Londra.
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