Schenone infiamma la polemica: “Rimorchiatori Mediterranei a Msc? Da guardare con particolare attenzione”
Ignazio Messina replica al socio e consigliere di Psa: “Alcuni monopoli di fatto vanno bene e altri no”
Ancora il closing non è stato firmato (lo sarà a marzo dopo il giudizio dell’Autorità antitrust) ma la cessione del 100% di Rimorchiatori Mediterranei a Msc ha già innescato preoccupazioni e polemiche all’interno del porto di Genova. Un acceso dibattito sul tema è andato in scena sul palco del convegno “Un mare di Svizzera 5” organizzato a Lugano con il supporto dei Ports of Genoa e dell’associazione Astag.
Il sasso nello stagno è stato lanciato da Giulio Schenone, consigliere d’amministrazione di Psa Genoa Investments, che a proposito dell’acquisizione della società di rimorchio portuale nel porto di Genova (Rimorchiatori Mediterranei) da parte del primo vettore marittimo al mondo nel settore container (Mediterranean Shipping Company) ha detto: “È una situazione da guardare con particolare attenzione” perché “si parla di un sevizio tecnico-nautico che si svolge in regime di monopolio. È chiaro che sarebbe assurdo se il nuovo proprietario decidesse di fare l’attività di rimorchio solo per sé stesso, dunque estremizzo il concetto, però effettivamente è una situazione da guardare con molta attenzione”. Il timore, secondo Schenone, che a svolgere un servizio di interesse generale per il porto non sia più un soggetto ‘imparziale’ esiste: “Sarà importante il rapporto fra Rimorchiatori Mediterranei e l’autorità marittima” ha aggiunto il socio e consigliere di Psa riferendosi al fatto che alla Capitaneria di porto spetta il compito di vigilare sul corretto e regolare svolgimento del servizio di rimorchio in porto.
Prima di lui meno netto era stato Paolo Pessina, presidente di Assagenti (nonché dirigente di Hapag Lloyd Italy), che ha detto: “Non ci sono problemi. Vedo una sana competizione che aumenta il market share del porto”. Poi però ha aggiunto: “Non vedo problema a meno che le autorità antitrust stoppino l’operazione”.
Come di consueto meno diplomatico è stato Ignazio Messina, amministratore delegato dell’omonima shipping company genovese (partecipata al 49% da Msc), che alle osservazioni di Schenone ha così replicato: “Qui emerge un po’ il provincialismo di Genova. L’attuale concessionario (Rimorchiatori Riuniti, ndr) era anche lui armatore anche se non di navi portacontainer. A Gioia Tauro c’è già una situazione dove un armatore gestisce il rimorchio (la concessionaria Con.Tug è da alcuni anni al 100% di Msc), Maersk (tramite Svitzer, ndr) ha 350 rimorchiatori e in tutto il mondo ci sono armatori di linea che hanno il proprio servizio (di rimorchio, ndr)”.
Messina è passato poi al contrattacco dicendo: “È vero che è un servizio offerto in regime di monopolio ma è regolamentato e c’è un tariffa unica oltre che un regolamento che definisce le regole”. Il numero uno di Ignazio Messina & C. ha poi fatto cenno semmai “ad altri monopoli che ci sono in porto” riferendosi al terminal container di Psa a Genova Pra’, l’unico in grado di accogliere le navi portacontainer di ultima generazione e quindi con accesso a un bacino di mercato più ampio di altri competitor. “Alcuni monopoli di fatto vanno bene e altri no. Non si può esser da una parte monopolisti e dall’altra criticare un monopolio” ha rincarato la dose Messina, sostenendo che “anche i terminalisti in alcuni casi potrebbero offrire un pacchetto completo. Troverei singolare se l’antitrust dovesse impedire l’acquisto (di Rimorchiatori Mediterranei da parte di Msc, ndr). Così come trovo singolare che ci siano armatori che lo possono fare (il rimorchio portuale, ndr) e altri no”.
Il tema di Msc concessionario del servizio di rimorchio (oltre che gruppo attivo non solo nei settori container ma anche in crociere e traghetti) è esploso per ora in porto a Genova ma anche in altri scali italiani dove Rimorchiatori Mediterranei (Ravenna, Trieste, Ancona, Salerno e in Sicilia) è presente a microfoni spenti si sentono timori similari. In teoria, come detto, queste preoccupazioni non dovrebbero esistere in quanto il rimorchio è regolato e vigilato dalla locale Capitaneria di porto in ogni scalo nonché affidato a valle di una gara pubblica.
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