A Genova si apre un nuovo fronte dello scontro fra Msc e Spinelli
Terminal Bettolo reclama l’area assegnata nel 2018 a Derna come compensazione per la Strada del Papa
È passato poco più di un mese da quando il gruppo Spinelli ha annunciato il matrimonio con Hapag Lloyd e sono già almeno due gli episodi di frizione con quello che fino a pochi mesi fa era uno dei pretendenti all’ingresso nella compagine del terminalista genovese, in ragione di rapporti societari in essere (ancora attuali) ma anche di una sintonia sempre apertamente ostentata.
Tanto che nel 2018, quando crollò il Ponte Morandi ed emerse l’esigenza di realizzare la cosiddetta Strada del Papa per garantire la viabilità stradale fra i due bacini del porto di Genova, la controllata di Msc Terminal Bettolo non fece una piega e acconsentì alla richiesta della locale Autorità di Sistema Portuale di sospendere la sua concessione su una porzione di 6mila mq del terminal, onde lenire il sacrificio di spazi imposto a Centro Servizi Derna, società di Spinelli, per la realizzazione dell’opera.
Gli scenari, però, sono come detto mutati, sia per la liaison Spinelli-Hapag sia perché Bettolo ha cominciato a operare, magari non al pieno regime auspicato da Msc, ma certo più che nel 2018 o 2019. Sicché il tema della piena funzionalità della struttura è divenuto centrale: note le riserve espresse sulla capacità dei piazzali di ospitare gru adeguate a determinati livelli di movimentazione, il tema dell’accessibilità ridotta del terminal è emerso in tutte le sue sfaccettature più di recente.
Prima, cioè, pareva che il problema fosse solo nautico e che la soluzione sarebbe arrivata con la diga, previo il sollievo temporaneo dell’accesso delle navi da 6.000 Teu, che la nuova istruttoria promossa da Adsp e Capitaneria di porto (peraltro ferma alla presentazione di due mesi fa) avrebbe dovuto garantire. Poi è emerso il ‘caso Rugna’, cioè il parco ferroviario al servizio di quell’area del porto. Anche in questo caso Adsp, anche in ragione dei lavori di potenziamento che lo stanno coinvolgendo, non ha ancora chiarito ufficialmente quale ne sarà il destino. Ma per Ginevra certo l’eventuale ritorno allo status quo ante (concessione e gestione in capo alla rivale Psa Sech) non sarebbe un’opzione. Il suo destino dovrebbe essere un bando di gara per aggiudicarne l’utilizzo da parte dei due terminalisti contemporaneamente.
Infine la spina Derna. Per il terminal container quei 6mila mq incastonati fra Bettolo e Terminal Rinfuse Genova (dove Spinelli ha la maggioranza ma Msc è socio) sarebbero ora necessari a riconfigurare il gate d’accesso e la viabilità interna, fattore concomitante, in effetti, di alcuni episodi di ingolfamento stradale dell’area.
Ecco spiegato – per lo meno dal punto di vista del terminalista: resta il dubbio su quello degli altri firmatari dell’intesa – il motivo per cui Terminal Bettolo pochi giorni fa ha inserito la questione accessibilità, in termini negoziali in un verbale di conciliazione sindacale (con cui apparentemente poco sembrrebbe avere a che fare). Da capire resta, però, alla luce del fatto che non si conoscono gli iniziali termini temporali della sospensione a favore di Derna né eventuali proroghe automatiche legate alla normativa anti Covid e che senz’altro la società di Spinelli farà valere la mancata proposta da parte dell’ente di soluzioni alternative a carattere definitivo, quali siano le intenzioni della port authority.
Per la quale il difficile puzzle si aggiunge all’altra schermaglia in atto fra Spinelli e Msc, riguardante la banchina est del Ponte Idroscalo (richiesta anche da Stazioni marittime), su cui per giunta pende ora la promessa di Webuild, cardine della propria vittoriosa offerta, di farne un’area di cantiere per i lavori della nuova diga.
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