Roberta Cippà: “Vi racconto la storia del tonno rosa diretto in Svizzera bloccato nel porto di Genova”
La titolare della Cippà Trasporti invita gli italiani a sfruttare Spedlogswiss per penetrare commercialmente nel mercato elvetico
Genova – Fra gli interventi che più hanno attirato l’attenzione del pubblico all’appuntamento “Shipping, Forwarding & Logistics meet Industry – Seaside Edition” a Genova c’è stato quello di Roberta Cippà Cavadini, titolare della società di spedizioni Cippà Trasporti nonché membro direttivo nazionale di Spedlogswiss, l’associazione degli spedizionieri svizzeri.
A proposito del mercato contendibile del Centro Europa per gli scali marittimi liguri, Cippà in primis ha spiegato come “tutto ciò che viene prodotto a nord delle alpi, quindi nella Svizzera interna, viene spedito attraverso i porti del nord. Ciò che invece ha origine o destinazione in Canton Ticino transita dagli scali del Sud Europa”.
Nonostante anche per la Svizzera interna le banchine di Anversa e Rotterdam siano molto più distanti (800 km) rispetto a quelle di Genova (450 km), la via di trasporto a nord resta ad oggi quella preferita (salvo qualche caso eccezionale rappresentato ad esempio dal treno Basilea – Genova che opera Psa). Oltre a una questione di ‘affinità’ culturali, gli operatori della Svizzera interna, secondo Cippà, scelgono di far passare le merci dai porti del nord “anche per ragioni linguistiche. A Genova a volte non è nemmeno così scontato trovare chi parla inglese”.
C’è poi una questione di scarsa fiducia verso l’Italia: “Anche all’interno di Spedlogswiss c’è chi lo considera un paese dove va bene andare in vacanza ma non per fare business”. Le ragioni sono le solite: “Burocrazia e inefficienze nei controlli alle merci”.
Con riferimento a questo secondo aspetto la titolare di Cippà Trasporti ha raccontato un caso concreto che ha visto coinvolta la sua azienda: “Vi racconto la storia del tonno rosa che si taglia con il grissino. In Italia non lo avete più perché ora passa tutto dai porti del Nord Europa. Noi tempo fa ci siamo visti bloccare un container da 20′ proveniente dall’Asia contenente tonno. Secondo il funzionario addetto ai controlli quella merce andava bloccata poiché il tonno rosa in natura non esiste. Dopo tre mesi siamo riusciti a far rilasciare il container diretto in Svizzera ma a fronte di costi di soste e legali altissimi”. Il paradosso sottolineato da Roberta Cippà è che, mentre il primo container giaceva bloccato, “nelle settimane successive altri due box uguali erano arrivate in Italia e sono transitati senza problemi perché hanno trovato addetto ai controlli diversi rispetto al primo container”. Difformità di applicazione delle procedure (in questo caso da parte della Sanità Marittima) che evidentemente in Nord Europa non avvengono.
La rappresentante di Spedlogswiss ha concluso il suo intervento invitando l’Itala a sfruttare proprio la sua associazione degli spedizionieri per penetrare la Svizzera centrale dal momento sfruttando una maggiore affinità linguistica e culturale.
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