Cozzani (Psa): “La media dei transit time conferma i 5 giorni di vantaggio per l’Italia”
‘Difeso’ anche il lavoro delle Dogane italiane che hanno ottenuto il primo premio europeo in ambito digitalizzazione
Contributo a cura di Massimiliano Cozzani *
* marketing & sales senior manager Psa Italy
Ritengo utile e necessario aggiungere un commento all’intervento dell’amico Alessandro Pitto al convegno “Shipping Forwarding & Logistics meet industry” della settimana scorsa. Alimentiamo il dibattito.
Fin dai tempi in cui operavo con compagnie di linea, la rappresentazione immaginifica di una cartina europea rovesciata, presentata da Contship, mi colpiva nel suo significato profondo, quello di voler provare a cambiare un paradigma: essa trovava rispondenza nella realtà dei fatti, ma non ancora nelle decisioni degli operatori.
Oggi, a valle del processo di concentrazione armatoriale, e della gestione dei trade principali da parte di alcune alleanze, quella rappresentazione resta veritiera. In più, rispetto ad allora, abbiamo la sostenibilità, che per realtà come la Svizzera e la Germania è diventata un argomento di vendita. Psa sta operando da qualche anno come operatore ferroviario, collegando Genova con Basilea, e nel prossimo futuro Stoccarda. In questo ambito, monitoriamo con attenzione i transit-time, soprattutto da Asia e Middle-East, e siamo forniti di studi sull’argomento.
Al di là del fatto che per noi genovesi i porti di riferimento sono Rotterdam e Anversa, da un lato (Svizzera), e Amburgo e Bremerhaven dall’altro (per la Germania), esiste sempre “il” servizio con meno scali che offre un transito inferiore sul Nord Europa. In realtà quello che conta è la media dei servizi, e i numeri a nostre mani indicano un vantaggio dai 4-5 giorni su Shanghai, Singapore, Jeddah. Il confronto è effettuato sui 9 servizi più veloci, e poi parametrato ulteriormente su tutti i servizi.
Concordo sul concetto che sia un sistema forte a fare da traino. Anche qui, però, ritengo che oggi sia sia fatto un passaggio quantistico per quanto riguarda i luoghi comuni come “scarsa affidabilità”, “scioperi continui”, “dogana inefficiente”. Su quest’ultima area, poi (anche in relazione all’intervento della titolare della Cippà Trasporti, Roberta Cippà), noi oggi “vendiamo” un sistema in cui la nostra Dogana qualche anno fa ha ottenuto il primo premio europeo in ambito digitalizzazione, che si è svecchiata ed ha aggiunto efficienza.
Parlando di tonno, abbiamo anche noi gestito un traffico in import dall’Asia, con prove e verifica delle tempistiche di verifica sanitaria, e il risultato è stato esattamente opposto a quello rappresentato: il traffico è stato adesso indirizzato via Sud.
Credo si possa guardare con fiducia agli sviluppi intermodali in corso: investimenti significativi saranno messi in moto e crediamo questa aumentata visibilità dei prodotti possa essere un volano per il raggiungimento di quell’epocale “ribaltamento” della cartina geografica.
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Sfatato da Pitto (Fedespedi) il ‘mito’ dei 5 giorni di navigazione a vantaggio dei porti italiani