Fedespedi: porti italiani meglio dei colleghi mediterranei e nordeuropei nel 2022
Volumi in crescita negli scali italiani nella prima metà dell’anno (+7%), mentre calano invece le movimentazioni del Northern Range (-3,8%)
Incertezze derivanti dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina fanno da sfondo a un settore dei trasporti che in Italia nella prima parte dell’anno è andato in certi casi meglio della media dei colleghi vicini. Lo evidenzia l’ultimo Fedespedi Economic Outlook, ovvero il quadrimestrale di informazione economica della federazione degli spedizionieri della Penisola, giunto alla sua edizione numero 20.
In un 2022 che secondo la Banca Centrale Europea vedrà comunque una crescita in termini reali del 3,1%, seguita però da forte ridimensionamento nel 2023 (+0,9%), l’economia italiana nei primi otto mesi dell’anno ha visto nell’insieme aumentare la produzione industriale (+1,4%). Segnali di rallentamento si sono già osservati però a metà 2022 (il periodo giugno-agosto mostra un calo dell’1,2% rispetto a marzo-maggio), mentre a settembre l’inflazione è aumentata dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua. Guardando ai primi sei mesi dell’anno, inoltre, l’export è aumentato del 23% e l’import del 45,0%, un risultato che per Fedespedi è frutto della dinamica dei prezzi delle materie prime energetiche che ha comportato un saldo negativo della bilancia commerciale.
Osservando i trasporti marittimi, a livello mondiale nei primi 8 mesi dell’anno si è assistito a un calo dell’1,6% del traffico container. Per l’intero 2022 la flessione dovrebbe collocarsi intorno all’1,5%, mentre parallelamente si nota un miglioramento delle affidabilità dei servizi e un calo dei noli. In Italia, nel primo semestre i porti italiani hanno visto crescere in media del 7% il traffico container, passando da 5,54 a 5,93 milioni di Teu. L’aumento di volumi tuttavia ha interessato Trieste (+17,4%) ma non Genova (-1,7%), La Spezia (-3,9%) e Salerno (-12,4%). Buono invece l’andamento di Venezia (+13,4%), Savona (+11,5%) e Ravenna (+12,7%) e di Gioia Tauro (+17,1%).
Nel complesso la Penisola ha quindi vissuto una fase di espansione, soprattutto se raffrontata all’andamento degli altri scali del Mediterraneo (15,4 milioni di Teu, -1,2%), dove flessioni marcate si sono osservate a Valencia (-6,2%), Pireo CT (-9,6%) e Mersin (-5,1%). Anche gli scali nordeuropei, con 22,7 milioni di Teu, perdono il 3,8% per via del calo dei traffici con la Cina e con la Russia.
Il quaderno di Fedespedi passa inoltre in rassegna anche il traffico aereo merci, rilevando che nei primi otto mesi del 2022 quello nazionale ha segnato un aumento complessivo del 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, con Malpensa al primo posto stabile (+0,8%) e Fiumicino in forte ripresa (+34,8%). Le ultime rilevazioni di Assaeroporti e Aeroporti 2030, che arrivano a includere anche l’andamento di settembre, evidenziano un lieve calo rispetto a questi valori. Nell’insieme il bilancio delle spedizioni aeree negli scali italiani risulta tuttavia ancora positivo (+3,7% rispetto al 2021, 823.686,9) con Malpensa che rispetto ai primi nove mesi del 2021 perde lievemente quota (-0,4%, 542.983 tonnellate) e Fiumicino che migliora ancora (102.021,2 tonnellate, +35,5%).
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