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Noli container in calo per la 36ma settimana consecutiva: allarme di Maersk
Il gruppo armatoriale danese ha mandato in archivio un altro trimestre da record ma l’a.d. Soren Skou vede brutti segnali in arrivo dal mercato
Il trend congiunturale in atto è ormai evidentemente discendente ma l’allarme lanciato dall’amministratore delegato di Maersk, Soren Skou, lascia intendere che la caduta sarà più rapida e dolorosa del previsto. «Con la guerra in Ucraina, la crisi energetica in Europa, l’elevata inflazione e un’incombente recessione globale ci sono molte nuvole scure all’orizzonte. Ciò pesa sul potere d’acquisto dei consumatori e ciò a sua volta ha un impatto sulla domanda globale di trasporto e di logistica» ha detto il top manager della seconda compagnia di navigazione al mondo nel trasporto container commentando l’ultima trimestrale del gruppo Ap Moeller Maersk.
A proposito dell’andamento delle tariffe per le spedizioni marittime Skou ha aggiunto: «È chiaro che i noli hanno raggiunto il picco e durante il trimestre hanno iniziato a normalizzarsi a seguito sia della diminuzione della domanda che dell’allentamento della congestione delle catene logistiche. Come anticipato già da inizio anno nei prossimi mesi gli introiti della divisione ocean diminuiranno».
La conferma arriva anche dal World Container Index della società di ricerca e analisi Drewry sceso del 3% a 3.049 dollari per container da 40 piedi, la 36ma settimana consecutiva di calo e un -67% rispetto a dodici mesi fa. Rispetto al picco di settembre 2021 (10.377 dollari) la caduta è pari a un -71% ma i livelli attuali dei noli risultano inferiori del 19% anche rispetto alla media degli ultimi cinque anni indicando un evidente ritorno alla normalità dei noli. Per ciò che riguarda il trade Cina – Italia la tariffa per spedire via mare un container da 40’ è scesa a 4.087 dollari, ancora un 3% in meno rispetto alla settimana scorsa. Secondo Drewry le flessioni dei noli nel prossimo futuro continueranno ma a un ritmo più contenuto.
Buone notizie dunque per il mercato? Non proprio, dal momento che questa netta flessione è il risultato di un calo della domanda di trasporto deriva da un rallentamento degli scambi commerciali. “Vediamo incombere una recessione. Da un lato, non abbiamo mai ottenuto un risultato così importante dal punto di vista finanziario come nell’ultimo trimestre, ma ogni indicatore che stiamo osservando lampeggia di rosso scuro. Chiaramente, prevediamo un rallentamento, prevediamo guadagni più bassi in futuro” ha aggiunto il numero uno della shipping company danese. Secondo il quale da qui alla fine del 2022 la domanda di trasporti marittimi calerà in un range compreso tra il 2 e il 4 e il trend peggiorerà ancora nel 2023. Crisi economica e inflazione alla quale le compagnie di navigazione rispondono togliendo capacità di stiva sul mercato e riducendo, quando possibile, le partenze delle linee marittime per limitare le perdite.
Nel trimestre luglio – settembre il gruppo A.P. Møller-Mærsk ha ottenuto un volume d’affari record di 22,77 miliardi di dollari (+37,1% rispetto al terzo trimestre 2021) grazie al segmento del trasporto marittimo containerizzato che da solo ha pesato per 18,02 miliardi di dollari (+37,6%). Nel trimestre l’Ebitda è stato pari a 10,86 miliardi di dollari (+56,4%) e l’utile netto (anch’esso da record storico) ha superato gli 8,9 miliardi di dollari (+63,2%). Dal 1 luglio al 30 settembre i volumi di container trasportati dalla flotta del gruppo sono però diminuiti essendo risultati pari a 3,02 milioni di container da 40’ (Feu), in calo del -7,6% sul periodo luglio-settembre del 2021. Il nolo medio per container trasportato è stato pari a 5.046 dollari/Feu (+41,7%) ma anche i costi per container trasportato sono aumentati del +15,8% essendo stati pari a 2.474 dollari/Feu a causa soprattutto del costo del combustibile in crescita del +77,6% (in media pari a 895 dollari/tonnellata).