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Il governo Meloni avrà un Piano per il mare e un Comitato interministeriale per le politiche del mare
Il Mims tornerà a chiamarsi Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ma le sue competenze in materia di porti e trasporto marittimo appaiono fin da subito limitate
Il governo guidato da Giorgia Meloni intende accentrare e seguire da molto vicino le politiche riguardanti il mare e i porti considerate “strategiche”.
Tanto che verrà istituito un Comitato interministeriale per le politiche del mare mentre il dicastero affidato a Matteo Salvini tornerà a chiamarsi Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che sostituirà “a ogni effetto e ovunque presenti, le denominazioni Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili”.
Tuttò ciò è previsto nel ‘decreto-legge Ministeri’ approvato dal Consiglio dei ministri odierno che all’articolo 12 espressamente dice: “Il Presidente del Consiglio dei ministri coordina, indirizza e promuove l’azione del Governo con riferimento alle politiche del mare. È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Comitato interministeriale di coordinamento delle politiche del mare (Cipom), con il compito di assicurare il coordinamento e la definizione degli indirizzi strategici delle politiche del mare”. Par di capire che questa scelta limiti molto il campo d’azione sia del Ministero dei trasporti che del Ministero del mare e del Sud.
Più nel dettaglio questo nuovo Comitato provvederà “alla elaborazione e approvazione del Piano del mare, con cadenza triennale, contenente gli indirizzi strategici in materia di: a) tutela e valorizzazione della risorsa mare dal punto di vista ecologico, ambientale, logistico, economico; b) valorizzazione economica del mare con particolare riferimento all’archeologia marittima, al turismo, alle iniziative a favore della pesca e dell’acquacoltura e dello sfruttamento delle risorse energetiche; c) valorizzazione delle vie del mare e sviluppo del sistema portuale;
d) promozione e coordinamento delle politiche volte al miglioramento la continuità territoriale da e per le isole, al superamento degli svantaggi derivanti dalla condizione insulare e alla valorizzazione delle economie delle isole minori; e) promozione del sistema-mare nazionale a livello internazionale, in coerenza con le linee di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane; f) valorizzazione del demanio marittimo, con particolare riferimento alle concessioni balneari”. Praticamente tutto ciò che riguarda l’azione di governo in materia di porti e trasporto marittimo.
Il Comitato interministeriale di coordinamento delle politiche del mare inoltre “monitora l’attuazione del Piano, lo aggiorna annualmente in funzione degli obiettivi conseguiti e delle priorità indicate anche in sede europea e adotta le iniziative idonee a superare eventuali ostacoli e ritardi”. Nel decreto Ministeri si legge infine che “il Presidente del Consiglio dei ministri o un Ministro da lui delegato trasmette alle Camere, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione annuale sullo stato di attuazione del Piano”.
N.C.