Gara da 5 milioni per la gestione della nave oceanografica Gaia Blu del Cnr
La duarata dell’appalto sarà di 3 anni rinnovabile per ulteriori 24 mesi
Il Dipartimento di Ingegneria, Ict e tecnologie per l’energia e i trasporti (Diitet) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) ha bandito una gara per “l’affidamento del servizio di armamento pluriennale della nave da ricerca Gaia Blu.
Il valore totale stimato dell’appalto è pari a 4,95 milioni di euro (Iva esclusa) e i criteri di aggiudicazione sono così suddivisi: al punteggio tecnico sarà riconosciuta una ponderazione pari a 80/100 mentre al prezzo il restante 20/100. La durata del contratto d’appalto è fissata in 36 mesi con possibilità di rinnovo per ulteriori 24 mesi. Il termine ultimo per il ricevimento delle offerte o delle domande di partecipazione (in italiano) è fissato alle ore 19:00 del 19 dicembre 2022. L’apertura delle offerte è programmata per il giorno seguente alle ore 10:00 italiane.
Lo scorso ottobre nel Golfo di Napoli si è conclusa la prima crociera proprio della nuova nave oceanografica Gaia Blu del Cnr. Lunga 84 metri e con 2.000 tonnellate di stazza lorda, questo gioiello tecnologico è stato donato dallo Schmidt Ocean Institute (Soi) al Cnr grazie ad un progetto sulla importanza della ricerca nel Mediterraneo, uno degli “hot spot” del cambiamento climatico, progetto che ha vinto la gara internazionale indetta dal Soi tra tutti gli Enti e Istituti di ricerca del mondo.
La nave, dotata dei più sofisticati strumenti di rilievo batimetrico (cioè della profondità dell’oceano in ogni punto), è capace di rilevare con elevata precisione la morfologia dei fondali. Quasi cinquemila chilometri quadrati sono stati mappati di fronte alla città di Napoli e la costiera amalfitana nei 21 giorni di crociera terminati il 20 ottobre scorso.
“Il successo di questa campagna oceanografica sta in tre aspetti fondamentali” ha detto Marzia Rovere, ricercatrice Cnr-Ismar e capo missione scientifico, “la risoluzione dei tre strumenti batimetrici installati a chiglia della nave, che possono indagare i fondali dalla costa fino a profondità di diverse migliaia di metri, la precisione ed efficienza nell’elaborazione dei dati, e la rapidità nel trasferire e rendere i dati e gli elaborati disponibili ai colleghi a terra con aggiornamenti ogni 24 ore via satellite”. In Italia non ci sono precedenti confrontabili con questo livello di operatività.
“Oggi è fondamentale fornire rapidamente i dati raccolti a una vasta comunità di scienziati marini che li possano utilizzare per i propri scopi secondo la logica della scienza aperta” ha affermato Federica Foglini, tecnologa dei dati Cnr-Ismar. “Questo perché le grandi infrastrutture, come le navi oceanografiche, hanno un alto costo e i dati da loro prodotti devono poter essere utilizzati più volte e per una molteplicità di scopi che va oltre le specifiche curiosità scientifiche di chi ha effettuato il rilievo”.
Un motivo di interesse nel ripartire dal Golfo di Napoli, con una crociera denominata non a caso ‘Jamme Gaia’, è stato effettuare un confronto con un rilievo fatto circa vent’anni fa da ricercatori e tecnologi del Cnr partenopeo per “valutare l’evoluzione delle strumentazioni sul piano tecnologico ma anche l’evoluzione del fondale sotto la spinta di processi naturali, come le attività fumaroliche legate agli apparati vulcanici ben noti a terra, e gli impatti dell’uomo sui fondali” ha ricordato Renato Tonielli, tecnologo del Cnr-Ismar e decano tra i più esperti in queste tipologie di rilievo.
L’attualità e l’importanza della missione di Gaia Blu si impernia però soprattutto sul fatto che i fondali marini siano fortemente impattati dall’uomo con conseguenze ancora non calcolabili sulla biodiversità e le generazioni future.
Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr, ha dichiarato: “I fondali marini sono al centro di una nuova ‘corsa all’oro’, spinta da una domanda crescente di risorse biologiche e minerarie come metalli e terre rare, necessari alla transizione energetica. Le conoscenze scientifiche che otteniamo grazie alle campagne di ricerca marina effettuate con la nave Gaia Blu, possono invece contribuire a contrastare un approccio allo sfruttamento lineare e intensivo delle risorse marine, che non rispetti la biodiversità e la sostenibilità. Sull’economia del mare l’Italia gioca oggi, inoltre, un ruolo di coordinamento europeo nell’ambito della partnership dedicata all’economia blu sostenibile – coordinata dal nostro Ministero della Ricerca con il supporto del Cnr e della comunità scientifica nazionale – e per farlo ha bisogno anche di rafforzare la leadership nella conoscenza scientifica dell’oceano, a partire da quella della morfologia dei fondali e degli ecosistemi che li abitano”.
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