Il porto di Venezia è tornato ai livello di traffico pre-pandemia
I volumi movimentati fino a settembre sono pari a quelli del 2019. Bene rotabili, rinfuse secche e traffici industriali, meno bene container e liquidi. Sempre in crisi le crociere
Come per i colleghi del nordovest, anche i porti del sistema veneto sono tornati ai livelli di traffico prepandemici.
A differenza però della Liguria occidentale, in questo caso è il porto maggiore, Venezia, a ritrovare i valori del 2019, con 18,6 milioni di tonnellate movimentate nei primi nove mesi dell’anno (-0,2%), mentre Chioggia, con meno di 600mila tonnellate, resta sotto di oltre il 38% a confronto del prepandemia.
Nella Serenissima il general cargo dei primi nove mesi assomma a 7,3 milioni di tonnellate (+0,5%), di cui 4,1 ascrivibili ai container (-3,7%), 1,5 milioni ai rotabili (+12,8%) e 1,8 milioni a merci varie (+1,8%). Bene le rinfuse secche, che rispetto a tre anni fa con 5,3 milioni di tonnellate segnano un +16,6%, con performance particolarmente significativa di cementi e affini che con circa 1 milione di tonnellate vedono più che triplicare i volumi prepandemici (filone sugli scudi, come dimostrano anche i recenti investimenti privati). Rinculo significativo, per contro, delle rinfuse liquide: i 6 milioni di tonnellate movimentati nei primi tre trimestri dell’anno valgono il -12,2% rispetto ai nove mesi del 2019.
Sempre grave (perché legata anche al Decreto Venezia oltre che alla pandemia) l’emorragia di crocieristi: i 221mila dei primi nove mesi dell’anno valgono il -83,2% in rapporto a tre anni fa e i 12mila sbarcati a Chioggia (a zero nel 2019) spostano poco il risultato finale.
“Il terzo trimestre – ha commentato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Fulvio Lino Di Blasio – conferma la crescita registrata nei primi sei mesi dell’anno di quasi tutti i traffici e in particolare di quelli legati all’approvvigionamento alimentare e delle materie prime per l’industria. Risultati che confermano l’essenza multi-purpouse dei nostri scali e la loro importanza per il funzionamento del tessuto produttivo del nordest, sia nel sostentamento dei processi di trasformazione sia nell’export dei prodotti finiti. Risulta inoltre sempre più cruciale il ruolo dei porti nell’assicurare al Paese risorse alimentari di primaria importanza. Un ruolo che va sostenuto agevolando al massimo le attività di manutenzione degli scali e la ricerca di maggiori competitività e attrattività. Non è un caso, infatti, che la bulk carrier Star Sapphire contenente un prezioso carico di mais ucraino sia attraccata a Venezia qualche giorno fa. Qui, infatti, si trovano terminalisti e industrie specializzate di riferimento a livello europeo. Un’eccellenza, tra le molte, che va valorizzata mantenendo e migliorando l’accessibilità acquea con opere ed escavi adeguati, per riportare il sistema portuale veneziano al centro delle rotte mediterranee”.
A.M.
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