Per Messina un nuovo terminal in Africa, rimborso anticipato dei debiti e il sogno di una nave heavy lift
L’amministratore delegato del gruppo ha delineato la strategia per cercare di attrarre traffici bvrek bulk che oggi transitano soprattutto dal porto di Ravenna
Genova – “Un sogno nel cassetto sarebbe quello di gestire una nave di quelle che possano portare carichi eccezionali con grandi potenzialità però, per ora, non abbiamo ancora finalizzato. Per ora stiamo guardando cosa può offrire il mercato”. A rivelare questo progetto di diversificazione armatoriale per la Ignazio Messina & C. è il suo amministratore delegato, Ignazio Messina, parlando in porto a Genova a margine del convegno organizzato dalla sezione logistica di Animp (Associazione nazionale di impiantistica industriale).
Questa dichiarazione arriva a conclusione di un ragionamento fatto da Messina per spiegare quanto e come l’azienda stia sempre più diversificando il proprio business dal trasporto di contenitori e rotabili alle merci varie e al project cargo. “Ci stiamo ormai già da quasi un anno convertendo alle merci varie. Al nostro Imt Terminal stanno diminuendo un po’ i contenitori, sta aumentando molto la merce varie e ultimamente stanno crescendo anche molto i rotabili perché quel mercato in questo momento sta tirando molto. Stiamo facendo navi di zinco, di metalli, di tubi, di rame; un mercato che aveva cancellato Genova come porto visto che si era concentrato soprattutto su container e rotabili. A movimentare general cargo eravamo rimasti un po’ noi di Imt Terminal e il Genoa Metal Terminal che, però, è di un soggetto che commercializza lo stesso prodotto che sbarca per cui non tutti i concorrenti ci vanno volentieri. Abbiamo scoperto un grande mercato e stiamo raccogliendo i frutti; stiamo addirittura facendo spazio in banchina per ricevere nei prossimi giorni delle navi per 13 mila tonnellate di zinco da sbarcare che ci costeranno un po’ perché dovremo congestionare il terminal”.
Ignazio Messina ha fatto capire che intende intercettare quote di mercato nel break bulk che oggi trasnitano dagli scali dell’Adriatico. “Ci sono merci – ha detto – che vengono sbarcate a Ravenna per mancanza di strutture a Genova e vanno in consegna a Vercelli; ci sono tanti coil d’acciaio che arrivano dal canale di Suez e vengono portati a Ravenna e consegnati in area Brescia/Bergamo. Noi stiamo cercando di intercettare questi traffici, stiamo liberando i nostri magazzini anche da altre attività proprio per poter ricevere questa merce. Volendo puntare molto sul treno abbiamo chiesto all’Autorità di sistema portuale di Genova e a Rfi un’apertura con la nuova viabilità ferroviaria perché, puntandoci molto, vorremmo fare anche molti treni di merce varia. Siamo in trattativa ad esempio per portare carichi di zinco in Svizzera via treno”.
Sempre a proposito di business portuale il gruppo genovese si prepara a sbarcare anche nel terminalismo in Africa Orientale: “Il nostro gruppo ha un interesse ad acquisire un terminal in Tanzania, nel porto di Dar Es Salaam, dove già stiamo operando come impresa di imbarco e sbarco per le nostre navi” ha proseguito l’amministratore delegato. “In questi giorni abbiamo a Genova una delegazione del ministero competente e dell’autorità portuale della Tanzania e ne stiamo discutendo. Sono un po’ in ritardo sui tempi di consegna dell’area che avevamo chiesto e che loro convenivano avrebbe potuto essere assegnata a noi ma temporaneamente ce ne daranno a breve una dove potremo iniziare ad avviare l’attività terminalistica. Ci hanno chiesto di incrementare il traffico e, prima ancora di avere l’area, abbiamo spostato una delle nostre navi ro-ro dal Golfo Persico al servizio fra Middle East – Sud Africa e al contempo abbiamo preso a noleggio una nave full container”.
A proposito di nuovi progetti l’armatore genovese ha preannunciato che “nel 2023 forse una grande operazione si potrebbe suggellare”. Certamente prenderà forma un rimborso anticipato di parte dei debiti con gli istitui di credito dopo la ristrutturazione finanziaria firmata nel 2020: “Dopo aver vissuto un ottimo 2022 – ha spiegato – ci sono anche le risorse per chiudere anticipatamente il debito con le banche ed essere quindi anche più liberi di fare investimenti e mettere ancora più in sicurezza l’azienda. Quindi ci stiamo guardando intorno per fare diversificazioni: fra navi, terminal e logistica terrestre ci stiamo ampliando molto. Per esempio i terminal interni, dove prima avevamo dei fornitori terzi, da gennaio li gestiremo tutti con personale nostro. Con Mercitalia abbiamo firmato un Mou per incrementare lo sviluppo dei terminal insieme a loro. Ieri è partito il primo treno di tubi da Ravenna verso il nostro terminal di Segrate e siamo in contatto con diverse imprese ferroviarie che fanno trasporti di general cargo e sono molto interessate a venire nelle aree che gestiamo come terminal intermodali”.
In conclusione Ignazio Messina ha parlato anche della nuova diga del porto di Genova annunciando che “i terminal di Sampierdarena, da Spinelli verso l’aeroporto, stanno chiedendo all’Autorità portuale di mantenere l’attuale configurazione delle banchine (evitando i riempimenti che risulterebbero in un’unica banchina lunga, ndr) e realizzare dei lavori per una parziale riconfigurazione e ampliamento dei fondali (soprattutto dragaggi) ma mantenere questa tipologia di conformazione del porto perché abbiamo bisogno di accosti, non solo di aree, e dovendo fare entrare navi di grandi dimensioni non bisogna stringere il canale”. Oltre a ciò ha aggiunto: “Siamo ancora in attesa della fine dei lavori di riempimento fra i ponti Ronco e Canepa, sono ormai 12 anni che la stiamo aspettando. La nuova diga sarà realizzata per agevolare soprattutto Calata Bettolo e il Genoa Port Terminal, dopodiché la diga rimarrà quella attuale per cui noi abbiamo dovuto cambiare il piano di programma con cui avevamo vinto le aree insieme a Terminal San Giorgio dell’ex Multipurpose e ci stiamo ormai già da quasi un anno convertendo alle merci varie”.
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