Le sanzioni alla Russia colpiscono Rosetti Marino
Dimezzata una commessa da 200 milioni di euro per una piattaforma di Lukoil
La proprietà russa di Lukoil rischia di avere un impatto notevole sull’economia italiana.
Oltre all’incertezza sul complesso petrolifero di Priolo, le sanzioni a cui la società è soggetta sono già costate care anche al cantiere navale ravennate Rosetti Marino. La testata Ravenna&Dintorni, ha infatti reso noto come il blocco forzato dei rapporti con la Russia abbia provocato “il dimezzamento di una commessa da duecento milioni”, relativa alla prevista consegna nel 2023 di una piattaforma estrattiva da installare nel Mar Baltico.
Al momento delle prime sanzioni decise dalla comunità internazionale, in un cantiere navale di Kaliningrad – dove lavoravano anche tecnici italiani poi rimpatriati e sostituiti con personale kazako – era già stata costruita la parte sommersa della piattaforma e nel cantiere di Ravenna era in lavorazione la parte superiore: “La Lukoil ci chiese di sospendere i lavori in Italia – ha spiegato Oscar Guerra, amministratore delegato della Rosetti Marino – perché́ c’era il rischio che nuove sanzioni ne avrebbero impedito il completamento”. E così è stato ultimato lo scheletro che due mesi fa è stato inviato per mare. «Il rapporto con Lukoil è ancora in essere ma stiamo negoziando la chiusura definitiva. Dobbiamo stabilire quali oggetti già acquistati per loro possono essere venduti perché fuori dalle sanzioni” ha concluso Guerra, scettico sulla possibilità per la Russia, anche qualora finisse la guerra e riprendessero i rapporti con l’occidente, di riguadagnare la posizione che aveva in precedenza nel mercato dell’oil&gas.
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