Carlone (Capitanerie di porto): “Msc nel rimorchio? Temiamo questo momento”
Levata di scudi anche dai servizi tecnico-nautici e da Zeno D’agostino. Solo per Vettosi (Confitarma) e Visco (Federimorchiatori) non esistono rischi per il mercato e per la sicurezza
Roma – L’ingresso del gruppo Msc nel business del rimorchio portuale (attraverso l’acquisizione del 100% di Rimorchiatori Mediterranei, dopo essere già al 100% di Con.tug a Gioia Tauro) preoccupa l’autorità marittima. Lo ha detto senza mezzi termini l’ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale del Corpo delle Capitaneria di Porto, intervenendo al convegno intitolato ‘I porti tra nuove identità e vecchi orizzonti’ andato in scena nella capitale.
La progressiva integrazione verticale del primo armatore al mondo nel settore container per capacità di stiva, quarto nelle crociere e fra i primi nel Mediterraneo nei traghetti, non lascia dormire sonni tranquilli all’autorità marittima se entra in gioco la safety, vale a dire la sicurezza della navigazione garantita proprio dai servizi tecnico-nautici, fra cui i rimorchiatori.
“In alcune parti d’Europa – ha spiegato Carlone – vediamo il pilotaggio effettuato dal terminalista (con conseguente scelta se utilizzare il pilotaggio o meno). C’è il rischio che si approccino terminalisti e armatori al rimorchio e noi temiamo questo momento. Dobbiamo avere la terzietà di questo servizio. A me autorità marittima serve quel ruolo di governance nei confronti dei rimorchiatori anche per gestire situazioni di sicurezza. Tantopiù con queste condizioni meteo sempre più estreme”. Secondo il comandante generale del Corpo delle Capitaneria di Porto evidentemente il passaggio nelle mani di un vettore marittimo potrebbe mettere a rischio questo prerequisito di sicurezza a discapito di una maggiore attenzione al profitto.
Un punto di vista sposato anche da Roberto Bunicci, neopresidente di Fedepiloti, secondo il quale, alla base dell’incaglio della portacontainer Ever Given nel canale di Suez, ci sono proprio scelte di sicurezza messe in secondo piano rispetto alla ricerca di profitto. “L’incaglio della Ever Given, un incidente che ho avuto modo di approfondire con cura e interesse, è avvenuto perché i piloti sono dipendenti di un ente economico che ottiene profitto dal transito delle navi, invece che di un ente terzo addetto alla piena e totale sicurezza” ha sostenuto Bunicci. Portando anche l’esempio invece di un comandante di una nave metaniera che, prevedendo vento forte al traverso, preferì evitare il transito lungo il canale per scongiurare un incidente simile. “I piloti italiani dipendono dall’Autorità marittima e dal Mit e così dev’essere per il ruolo che hanno anche in materia di security e safety” ha aggiunto il presidente di Fedepiloti. Che ha infine ricordato come “spesso i piloti segnalano alla Capitaneria deficiency delle navi che altrimenti il comandante non segnalerebbe per ragioni economiche e per evitare soste forzate della nave”.
Pensiero condiviso anche da Rodolfo Giampieri, presidente di Assoporti, secondo cui “sicurezza e risparmio sono un binomio impossibile anche solo da ascoltare”.
Non vede di buon occhio il crescente predominio di Msc, esteso ora anche al rimorchio portuale, nemmeno il viceministro Edoardo Rixi: “Tengo al fatto – ha affermato – che ci sia una supervisione del pubblico non solo per la safety, perchè se uno facesse il monopolista nel rimorchio metterebbe a rischio anche la libera circolazione delle merci”.
Dello stesso parere Zeno D’Agostino, presidente di Espo e della port authority di Trieste e Monfalcone: “L’importanza di alcune parti del nostro territorio cresce sempre di più e non si può pensare di lasciarle al potere di un imprenditore che, anche se illuminato, fa pur sempre i propri affari. Non vanno lasciati snodi logistici strategici a interessi di gruppi imprenditoriali che perseguono risultati e priorità diversi da quello dello Stato”. D’Agostino ha poi aggiunto: “Più che le integrazioni verticali mi preoccupano le integrazioni orizzontali replicate in vari scali. Se tutte le reti verticali nei vari porti italiani sono gestite da un qualcuno allora mi preoccupo”.
Ha invitato a “tenere alta la guardia” Marco Odone, segretario nazionale della Uiltrasporti: “A noi preoccupa l’ultima acquisizione di Rimorchiatori Mediterranei da parte di Msc” ha sottolineato, subito dopo aver richiamato il ricordo della tragedia della torre piloti avvenuta a Genova. “Si rischia di rendere un aspetto commerciale attività delicate per la sicurezza”.
A ‘prendere le difese’ di Msc è stata Stefania Visco, presidente di Federimorchiatori (l’associazione di categoria che in futuro potrebbe accogliere la flotta e le società acquisite da Msc e oggi rappresentate da Assorimorchiatori – Confitarma): “Noto che c’è confusione fra azionista e gestione del servizio di rimorchio” ha esordito nel suo intervento, per poi domandare. “Chi è il rimorchiatorista che non è anche armatore in Italia? Da sempre hanno navi bulk, traghetti, ecc. Chi è partito solo con i rimorchiatori poi si è comprato le navi” sono state le parole di Stefania Visco per spiegare che il controllo di una società di rimorchio da parte di un armatore non è una novità). “Esiste la regolazione del sistema in tutti i sensi, per questo non è mai stata creata sperequazione. In ogni porto dalla Capitaneria viene fatta la commissione accosti con cui si stabiliscono la priorità degli approdi. La regolamentazione viene data dalla Capitaneria. Il giorno prima si stabilisce chi fra le navi entra prima e chi entra dopo. Si tratta di un sistema garantista per la perequazione del porto”. Nessuna possibilità dunque, secondo Stefania Visco, per Msc di adottare una disparità di trattamento a favore o in sfavore di alcune navi.
Dello stesso avviso anche Fabrizio Vettosi, direttore generale di Vsl Club, che ha infine ricordato come “il servizio di rimorchio sia gestito attraverso una concessione a seguito di gara per il mercato (non nel mercato). Non c’è nessun rischio. Non c’è possibilità di barare. Non si può applicare una tariffa diversa” da quella prevista dagli accordi con l’autorità marittima.
Pane per i denti dell’Autorità antitrust che sarà chiamata a dare il proprio via libera all’acquisizione di Rimorchiatori Mediterranei da parte di Msc per circa 1 miliardo di euro.
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