Il futuro di Wartsila a Trieste sembra sempre più lontano dai motori marini
Cinque potrebbero essere le aziende interessate a rilevare lo stabilimento ma nessuna di queste porterebbe avanti la produzione dell’azienda finlandese
Cinque risulta siano le ipotesi di intervento sul sito Wartsila di Bagnoli della Rosandra a Trieste che le parti sociali hanno discusso con il ministero dello Imprese e del Made in Italy durante l’ultima riunione andata in scena a Roma. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Radiocor la prima proposta riguarderebbe l’intervento di attori primari dell’industria pesante e prevederebbe il riassorbimento del 100% della forza lavoro già nel secondo semestre 2023. L’opzione necessiterebbe tuttavia di un’autorizzazione governativa ad hoc. La seconda ipotesi vedrebbe l’intervento di un’operatore del settore delle energie rinnovabili per la riconversione del sito nella realizzazione di turbine eoliche. In questo caso il ritorno alla piena occupazione del sito è prevista per il 2024. Il terzo caso vedrebbe il coinvolgimento di attività oil & gas: entro la fine del secondo trimestre del 2023 si prevede tuttavia che solo il 25% della forza lavoro coinvolta sarebbe reintegrata. La quarta ipotesi contempla l’interessamento di un protagonista del settore dell’automotive. Con questa soluzione il 65% del riassorbimento dei dipendenti della produzione si otterrebbe nel secondo semestre 2023. L’ultima proposta potrebbe vedere coinvolti invece fondi di investimento e aziende del settore motoristico non direttamente in competizione con Wartsila. In questo caso il ritorno al lavoro del 100% dei dipendenti coinvolti sarebbe previsto tra il 2023 e il 2024.
Nessun nome è stato rivelato pubblicamente finora da parte del Mimit per timore, sottolineano le parti sociali, di ostacolare un’eventuale buona riuscita del progetto. Tuttavia nei giorni scorsi erano circolate varie ipotesi, seppur a livello di indiscrezioni: dal coinvolgimento del colosso tedesco dell’industria pesante Rheinmetall (attivo nel settore militare) al gruppo giapponese dell’automotive (e non solo) Mitsubishi, fino ad arrivare – sempre a livello di iniscrzioni – a gruppi come Hyundai-Daewoo, Fincantieri e Leonardo.
Sebbene alcuni nomi siano più corrispondenti di altri alle ipotesi messe in campo dal Ministero rimane ancora il più stretto riserbo sulla rosa di proposte effettivamente pervenute al Mise e all’advisor di Warstila.
La multinazionale finlandese si è resa disponibile a garantire l’occupazione del sito produttivo fino ad agosto 2023 anche con l’utilizzo ammortizzatori sociali funzionali ad accompagnare il subentro del nuovo soggetto.
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