Il Ferrobonus è (quasi) rifinanziato, non il Marebonus
Lo stralcio dalla finanziaria legato al tentativo di stornare sul mare risorse già destinate alla rotaia
Lo stralcio di Marebonus e Ferrobonus dalla Legge di Bilancio per il 2023 anticipato da SHIPPING ITALY ha una storia più articolata di un banale taglio da mancanza di copertura.
Come ipotizzato, infatti, la ragione dell’espunzione è legata alla previsione di attingere le risorse necessarie (100 milioni di euro) dal Fondo per la Mobilità Sostenibile da 2 miliardi di euro istituito con la Finanziaria dello scorso anno. Quel fondo poteva però coprire il Ferrobonus ma non il Marebonus, come si evince dall’elenco delle misure finanziabili: “rinnovo del parco autobus del trasporto pubblico locale, acquisto di treni ad idrogeno sulle linee ferroviarie non elettrificate, realizzazione di ciclovie urbane e turistiche, sviluppo del trasporto merci intermodale su ferro, adozione di carburanti alternativi per l’alimentazione di navi e aerei e rinnovo dei mezzi adibiti all’autotrasporto”.
Non è tutto. Il decreto attuativo – cioè il provvedimento per la definizione dei criteri di riparto e l’individuazione delle categorie di intervento ammesse a finanziamento, nonché alla determinazione dell’entità delle risorse destinate al finanziamento di ciascuna categoria di intervento –, quando le prime bozze della Finanziaria 2023 hanno cominciato a circolare, era già stato predisposto dal precedente ministro (lo trovate qui), che peraltro se ne era anche fatto vanto, in occasione della convention annuale del Gruppo Grimaldi, di fronte ai principali fruitori del Marebonus, senza precisare loro che l’intermodalità sovvenzionata era quella gomma-ferro e non quella gomma-nave. Al contrario si parlò di rinnovo della misura di stimolo anche per il trasporto combinato strada – mare.
Non che il settore armatoriale possa lamentarsi, dato che in questa ripartizione 300 milioni di euro (in 12 anni) andranno a “riduzione delle emissioni nel trasporto navale, attraverso il retrofitting delle navi per l’utilizzo della tecnologia del cold ironing”, “elettrificazione dei collegamenti delle isole” e “sostegno a progetti sperimentali per i combustibili alternativi”. Ma per il Marebonus non c’è nulla, mentre 150 milioni (sempre in 12 anni) serviranno per “il potenziamento dell’incentivo del ferrobonus e il sostegno a progetti di digitalizzazione per il miglioramento dei flussi di traffico”.
A quanto risulta a SHIPPING ITALY il provvedimento firmato da Giovannini sarebbe stato già controfirmato dal Mef e attenderebbe solo qualche passaggio di rifinitura per il perfezionamento, ma, viste anche le recenti promesse ministeriali in occasione della convention di Alis, ulteriori assalti non sembrano del tutto scongiurati.
A.M.
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