In contrazione la flotta italiana: calo del 5,6% per portata complessiva secondo Unctad
Parallelamente, l’ultima Review dell’agenzia Onu mostra un balzo in alto del valore della flotta tricolore, che ora supera i 22 miliardi di dollari
Meno navi, con una portata lorda complessiva inferiore e sempre più battenti bandiere estere, ma dal maggior valore economico complessivo. È questa la fotografia offerta da Unctad, nell’ultima Review of Maritime Transport, pubblicata ieri, dello stato di salute della flotta navale italiana alla data del 1 gennaio 2022.
Il ritratto che emerge dal report è innanzitutto quello di un comparto sempre più ristretto, che arriva ora a contare ‘solo’ 630 navi con stazza lorda superiore alle 1.000 tonnellate (contro le 651 del 2021 e le 678 del 2020). Del totale, sono oggi 453 quelle battenti bandiera italiana e 177 quelle che inalberano vessilli stranieri, una proporzione che ricalca quella osservata negli anni passati.
In termini di portata lorda, le stesse navi raggiungono quota 15.278.786 tonnellate, dato che segna un declino del 5,6% rispetto alle 16.197.223 tonnellate del 2021 e che fa scivolare la Penisola di una posizione, ovvero al 26esimo posto, nella classifica generale (dominata dalla Grecia con 384.430.215 tonnellate), portandola inoltre a detenere una quota pari allo 0,7% della flotta globale. Del totale nazionale – ovvero relativo a navi di shipping company italiane – la ‘fetta’ battente bandiere estere resta ancora minoritaria, ma cresce ora al 40,83% del totale (per 6.237.878 tonnellate a fronte delle 9.040.908 delle unità con bandiera italiana), contro una quota che nel 2021 era ancora del 36,43%.
La contrazione appare più marcata se poi si allarga lo sguardo fino a ricomprendere nell’analisi tutte le navi battenti bandiera italiana con stazza lorda superiore almeno alle 100 tonnellate. Anche in questo caso il 2022 ha portato a un calo lieve del numero di unità (da 1.296 a 1.266, quota che rappresenta una percentuale dell’1,2% del totale mondiale). In termini di portata lorda, però, la flessione (da 11.255.000 a 9.969.000 tonnellate) si è tradotta in un -11,4%, una delle perdite peggiori registrate sotto questo profilo dall’Unctad tra 2021 e 2022 (fanno peggio solo le unità battenti bandiera delle isole Cayman, che perdono l’11,8%). Resta tuttavia invariato, e ancora pari allo 0,5%, il peso dell’Italia in termini di portata lorda della propria flotta sul totale globale. La Review evidenzia inoltre come anche la portata lorda media delle navi ‘italiane’ sia in calo, arrivando ora a quota 7.875 tonnellate, contro le 8.685 tonnellate del 2021.
Una interessante nota positiva a questo quadro nel complesso non troppo felice arriva però dall’analisi del valore economico della flotta italiana. Nel perimetro delle unità con stazza lorda superiore alle 1.000 tonnellate, il report mostra che – pur se ridotto per numero di unità e di capacità di trasporto – l’insieme delle navi di proprietà di compagnie marittime italiane arrivi a toccare i 22,225 miliardi di dollari, contro i circa 18 del 2021, un balzo in alto di circa il 24%. Pesante, sotto questo profilo, il contributo delle unità per il trasporto passeggeri – traghetti, navi da crociera e così via – che da sole concorrono al totale con 10,097 miliardi di dollari (contro i 9,475 di un anno prima). Se dalla proprietà si sposta lo sguardo alla bandiera battuta, il quadro cambia di poco. Sotto questo secondo profilo, la flotta italiana (sempre considerando le navi di stazza lorda superiore alle 1.000 tonnellate) mostra infatti un valore complessivo di 22,408 miliardi di dollari, in questo caso con un peso però ancora maggiore delle unità passeggeri che arrivano a toccare i 16,167 miliardi.
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