Sarà Fincantieri a costruire la nave oceanografica maggiore (Niom) della Marina Militare
La nuova unità prenderà il posto dell’ammiraglia Magnaghi, varata nel 1974
Sarà, forse prevedibilmente, Fincantieri a costruire la nuova nave oceanografica maggiore della Marina Militare, nota anche con la sigla Niom. Il gruppo navalmeccanico, si apprende, ha infatti ottenuto nel procedimento un punteggio complessivo di 100/100, “per un importo di euro 284.000.000,00 (IVA non imponibile) di cui Euro 9.000.000,00 in opzione”, pari quindi all’importo massimo che era stato fissato nella gara.
Con l’aggiudicazione, deliberata alla fine di novembre, può quindi prendere finalmente il via il processo che porterà la flotta della Marina Militare a dotarsi della sua nuova ammiraglia, destinata a prendere il posto della Magnaghi, in vista del suo prossimo pensionamento.
A questo esito, va ricordato, si è arrivati al termine di un iter iniziato, per lo meno dal punto di vista della ricerca del cantiere, nell’agosto 2021, e che ha visto variare più volte il budget fissato per la costruzione della unità.
Dopo avere inizialmente avviato una gara che stabiliva un tetto di 281 milioni per la progettazione e costruzione della Niom e per i relativi servizi di supporto logistico, la Direzione navale degli armamenti della Marina aveva bloccato la procedura, per poi decidere di varare una nuova gara in cui l’impegno di spesa risultava alleggerito a 259 milioni di euro. Dopo che però questo procedimento si era concluso con un nulla di fatto (nessun operatore si era fatto avanti), lo scorso settembre si era arrivati all’ultimo tentativo, quello che ha ora portato all’aggiudicazione a Fincantieri, in cui il budget – probabilmente anche per tenere conto degli aumenti dei costi delle materie intervenuti nel frattempo – era stato infine rialzato a 284 milioni.
Nel dettaglio, il bando, articolato in sei lotti, prevede la progettazione e la fornitura di una nave dotata di sistemi di posizionamento DP 2, lunghezza fuori tutto di 105 metri, larghezza di 18, con dislocamento di 5.000 tonnellate, propulsione full electric, velocità massima di 15 nodi, autonomia di 7.000 miglia (a 12 nodi), e 145 posti letto. Il progetto nell’ottobre del 2020 aveva anche ottenuto un finanziamento da parte della Bei (Banca Europea degli Investimenti), che supporterà con un prestito da 220 milioni di euro la costruzione della nave oceanografica maggiore nonché di due unità più piccole che opereranno nel Mediterraneo.
In particolare la Niom – che come le altre due navi minori sarà gestita dall’Istituto Idrografico della Marina Militare, con sede a Genova – avrà il compito di “assicurare senza soluzione di continuità l’assolvimento dei compiti istituzionali afferenti al Servizio Idrografico nazionale” che le sono direttamente attribuiti, permettendo inoltre all’Italia di “accrescere le proprie capacità di ricerca e esplorazione in nuove regioni del mondo, quale quella artica […] e la possibile apertura di nuove rotte commerciali”, attività per svolgere le quali dovrà essere in grado di operare a -20°. In aggiunta la nave dovrà svolgerà attività di aggiornamento della cartografia nautica e in generale a supporto della comunità scientifica sia nazionale, sia internazionale ovvero per conto dell’International Hydrographic Organization (Iho).
F.M.
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