Ferrari (Psa): “Il 2022 chiude a quota 2,1 Mln di Teu e diventiamo operatore logistico”
Oltre all’avvio del nuovo treno con Stoccarda da gennaio l’azienda inizierà a gestire direttamente i propri magazzini fuori dal gate
Genova – Il gruppo terminalistico Psa in Italia si appresta a chiudere il 2022 “con circa 2,1 milioni di Teu complessivamente movimentati fra Psa Genova Pra’ (un milione e mezzo di Teu), Psa Sech (attorno a 280mila teu) e Psa Vecon a Venezia (circa 300 mila Teu)”. Lo preannuncia l’amministratore delegato Roberto Ferrari durante il ricevimento natalizio organizzato presso l’Acquario di Genova. “Il 2022 in termini di risultati economici è andato bene – ha aggiunto – ma in un contesto molto particolare. È andato bene per le soste dei container perché non c’è più regolarità, il modello di business attualmente è ancora quello del periodo del Covid. Hanno pesato molto sulle voci di bilancio tutte quelle partite straordinarie come le soste dei container per i fattori dovuti alla congestion”.
Una situazione che però difficilmente potrà durare a lungo: “Ora che sta cambiando di nuovo il modello avremo l’anno prossimo previsioni molto difficili perché i volumi stanno scendendo di nuovo; è in atto una recessione importante e bisogna come andranno vedere i dwell time. Il tempo di sosta dei contenitori sta diminuendo di nuovo e tornando quasi alla normalità perciò le situazioni saranno più difficili”. Però ormai l’azienda sembra aver fatto l’abitudine a questa condizione di perenne incertezza: “Noi non ci chiediamo più e non facciamo previsioni. Indipendentemente da qualsiasi cosa accada dobbiamo essere veloci ad adattarci perché questo è il modo per sopravvivere”.
Ferrari più in dettaglio ha spiegato che stanno “cambiando la strategia commerciale con l’obiettivo quello di allargare il bacino d’utenza. Abbiamo investito direttamente sul treno che va in Svizzera e ora lo faremo anche con il Sud della Germania e sull’Austria perché alla fine l’unico modo per crescere in maniera importante è andare ad aggredire questi mercati. In Svizzera ci siamo andati in prima persona, abbiamo aperti un ufficio a Basilea e abbiamo assunto persone, abbiamo preso il rischio operativo di costo del treno e abbiamo visto che alla fine funziona. Anche per le criticità delle barge, quel mercato vuole almeno un piano B”.
Si parla “di un mercato contendibile molto ricco, da 4-5 milioni di Teu: se anche ne prendessimo solo un 4-5% Genova avrebbe la capacità per farlo”. Indispensabile però è considerata la sinergia pubblico-privato “perché le opere vanno completate” ha sottolineato il numero uno di Psa. “Se non abbiamo il Terzo Valico ferroviario, se non possiamo fare treni da 750 metri rischiamo di spostare il collo di bottiglia a Tortona e abbiamo dei problemi. Però già ora, con tutti i limiti che abbiamo, vediamo che il treno funziona ed è lì che vogliamo andare. Se noi guardiamo alla crescita attesa dell’economia italiana (1%) fare investimenti avrebbe poco senso ma se invece guardiamo a un mercato allargato allora ha anche senso fare investimenti importanti”. A questo proposito uno dei prossimi acquisti dovrebbe essere l’impresa ferroviaria FuoriMuro ma il closing dell’affare atteso da tempo ancora non si è materializzato.
Sul fronte delle attività di logistica Psa inizierà a gestire direttamente i propri magazzini. “Con un piccolo magazzino iniziamo ora da gennaio, poi per i 15.000 mq che aveva in affitto il Gruppo Spinelli il contratto scade ad aprile per cui li prenderemo e li gestiremo noi direttamente”. Il disegno a lungo termine è quello di “cambiare il nostro Dna e offrire servizi anche fuori dal gate. Psa ha deciso di trasformarsi da terminal operator puro a operatore logistico allargato”.
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