Due cantieri di demolizioni navali rimossi dalla lista Ue
Si tratta di Isiksan e Simsleker, che hanno ospitato per l’ultimo viaggio anche alcune navi italiane
Due fuoriuscite e un nuovo ingresso: questo il bilancio della 10ma revisione della lista di cantieri autorizzati ufficialmente dalla Commissione Europea alla demolizione navale sulla base del regolamento (UE) n. 1257/2013, ovvero l’elenco che comprende le uniche strutture in cui gli armatori comunitari possano avviare a scrap le proprie unità perché rispettose delle norme sanitarie e ambientali dell’Ue.
Tra le novità di maggior rilievo, anche per l’Italia, c’è innanzitutto la decisione di Bruxelles di rimuovere due stabilimenti di Aliaga, in Turchia, i cui standard si sono rivelati non in linea con i requisiti europei.
Il primo di questi è il cantiere Isiksan, che in passato ha accolto per il suo viaggio finale anche la Asso Ventuno. Tra le criticità rilevate dalla Commissione c’è il fatto che alcune navi destinate a esservi demolite siano poi state trasferite in altre strutture vicine che invece non facevano parte della lista Ue, dunque in violazione del regolamento europeo. Da Augusta Offshore, società armatrice della Asso Ventuno, spiegano di non avere avuto alcuna segnalazione rispetto al fatto che la nave possa essere stata tra quelle irregolarmente trasferite dal cantiere, e che l’iter per la sua demolizione risulta essersi concluso regolarmente.
L’altro cantiere rimosso dall’elenco è quello di Simsleker, struttura che nel febbraio 2021 e nel giugno 2022 è stata teatro di due incidenti mortali. I due eventi, ha concluso una valutazione della Commissione Europea, non sono stati dovuti ad azioni individuali ma “piuttosto a fattori organizzativi di base su cui il cantiere dovrebbe concentrarsi”. Anche in questo caso, si tratta di una realtà legata all’Italia, avendo curato tra le altre cose la demolizione della Vittorio Veneto, ex incrociatore della Marina Militare italiana, realizzato nel 1969. Simsekler è stato anche il cantiere che si è occupato della Carnival Inspiration, una delle navi di cui il gruppo crocieristico si è liberato nel periodo del covid.
Relativamente invece al rapporto con la Fertonani Shipbrokers, che recentemente si è assicurata la rappresentanza in esclusiva per l’Italia di Simsekler Shipchandler and Ship Repairs, dalla stessa società di intermediazione marittima spiegano che la loro rappresentata, pur occupandosi anche di compravendita di navi a scopo di demolizione, è una entità distinta dal cantiere Simsekler (nonché di proprietà di un diverso ramo della stessa famiglia), e che quindi la rimozione di quest’ultimo dalla lista Ue non avrà impatto sui potenziali volumi gestiti dall’agenzia. Da rilevare infine, sempre riguardo Simsekler (struttura peraltro scelta anche da Carnival Corporation per la demolizione della sua Carnival Inspiration), che quando aveva iniziato a circolare la voce di una sua possibile rimozione dalla lista Ue, si erano espressi contro questa possibilità, inviando commenti alla Commissione Europea, diversi operatori europei, tra cui il responsabile delle demolizioni di Maersk Broker, Valdemar af Rosenborg.
L’ultima edizione dell’elenco, come detto, ha portato però anche ad altre novità, tra cui la più rilevante è l‘ingresso nella lista del cantiere bulgaro Ship and Industrial Service Ltd. Altre sono la proroga delle autorizzazioni già concesse alla lituana Uab Armar e alla francese Démonaval Recycling, in scadenza durante il 2022, mentre la britannica Kishorn Port Ltd risulta avere apportato modifiche che le permettono di aumentare le dimensioni massime della nave accettate dall’impianto. Nessuna novità si segnala, prevedibilmente, infine sul fronte italiano, dove l’unica struttura autorizzata continua a essere il cantiere genovese San Giorgio del Porto.
F.M.
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