Logistica agroalimentare nei porti: la graduatoria di chi ha chiesto i fondi Pnrr
La misura del Ministero dell’agricoltura ha stanziato un totale di 150 milioni di euro, dei quali il 40% da destinare alle regioni del Sud
Il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) ha emanato ieri il decreto che riporta la graduatoria delle agevolazioni a sostegno degli investimenti delle Autorità di Sistema Portuale per progetti di logistica agroalimentare, per un importo complessivo di finanziamenti del valore di 150 milioni di euro.
Questo l’elenco delle authority, in base al punteggio ottenuto.
Il dicastero ha inoltre richiesto ulteriore documentazione relativamente ad altri progetti presentati dalla AdSP del Mar Tirreno settentrionale (per ‘Livorno – Darsena vecchia’), dalla AdSP del Mare Adriatico orientale (per ‘Trieste 2’), dalla AdSP del Mar Ligure Occidentale (per Genova) e infine per due proposte avanzate dalla port authority di Civitavecchia.
Il bando del Masaf, emanato alla fine di agosto e riservato alle Autorità di Sistema Portuale, ha stanziato complessivamente 150 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2026 per progetti dai diversi obiettivi. Tra questi quelli di “realizzare, rifunzionalizzare, ampliare, ristrutturare e digitalizzare aree, spazi e immobili connessi alle attività e ai processi logistici delle aree portuali”; “efficientare e migliorare la capacità commerciale e logistica” attraverso il “potenziamento delle infrastrutture per il trasporto alimentare, anche al fine di ridurre i costi ambientali e le emissioni nel trasporto di materie prime, semilavorati e merci tra centri produttivi, centri logistici e mercati”; “migliorare l’accessibilità ai servizi hub e rafforzare la sicurezza delle infrastrutture portuali, anche mediante l’utilizzo di tecnologie innovative e/o a ‘zero emissioni’”, “rafforzare i controlli merceologici volti a preservare la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità e caratteristiche produttive, anche al fine di ridurre gli sprechi alimentari”; “ridurre gli impatti ambientali attraverso interventi di riqualificazione energetica e incrementare il livello di tutela ambientale”.
Il dicastero all’epoca guidato da Stefano Patuanelli e chiamato ancora Ministero delle politiche agricole alimentari e foresta, aveva chiarito che ogni authority avrebbe potuto presentare domanda per un massimo di due progetti, che ogni progetto avrebbe dovuto avere un costo complessivo tra i 5 e i 20 milioni di euro, con un finanziamento massimo concedibile di 10 milioni di euro, che le agevolazioni sarebbero state concesse a fondo perduto, in forma di sovvenzione diretta, e infine che il 40% delle risorse fosse destinato alle regioni del Mezzogiorno.
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