Doccia fredda sui terminalisti per i rincari
Il Milleproroghe esce in Gazzetta Ufficiale senza il differimento dell’adeguamento dei canoni concessori
Salvo possibili ulteriori modifiche nei prossimi due mesi, i terminalisti italiani, esattamente come gli inquilini delle case popolari, vedranno i loro canoni aggiornarsi secondo la legge, sulla base, nel caso di specie, di quanto deciderà il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’ultima bozza del Decreto Milleproroghe, come riportato ieri dalla nostra testata, conteneva il differimento dell’aggiornamento, ma oggi il testo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale senza tale previsione. A questo punto ai canoni concessori andrà applicata la media fra l’indice annuale Istat dei prezzi al consumo e quello dei prezzi alla produzione (anche se un anno fa il Mit applicò un rincaro inferiore a quello derivante da una media aritmetica, pur senza motivare la cosa).
Come più volte denunciato dai concessionari (che, prima delle misure di mitigazione anticovid, pagavano in tutta Italia circa 174 milioni di euro l’anno di canoni, circa quanto fattura il solo terminal Psa di Pra’), questo potrebbe comportare un rincaro di oltre il 25%, a meno che, come accennato, nei prossimi due mesi, nel corso dell’iter di conversione in legge, nel Milleproroghe non venga reinserito un differimento o prevista una qualche differente misura di mitigazione o slittamento.
A.M.
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