Previsioni contraddittorie nel Pot di Genova e Savona che traguarda 3,5 milioni di Teu
Palazzo San Giorgio prevede per le crociere un ritorno ai livelli pre-pandemia mentre non fa pronostici su altre merceologie e traffici ferroviari
Per il 2025 l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale punta ad arrivare a movimentare 3,5 milioni di Teu.
Lo si legge nella presentazione (la trovate qui) sottoposta all’ultimo Comitato di Gestione che, come reso noto dall’ente stesso, ha “svolto un primo esame delle linee strategiche e pianificatorie del Piano operativo triennale 2023-2025. La definizione del Pot si lega e anticipa i lavori di redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale di Sistema che entrerà nel vivo nel 2023”. In particolare, si legge “il Sistema, anche grazie ai nuovi terminal entrati in servizio, è previsto crescere (+19,3% 2025/2021) nel prossimo triennio raggiungendo 3,5 milioni di Teu”.
I documenti prodotti da Palazzo San Giorgio presentano però una duplice contraddizione. Nel 2021 i Teu movimentati dai ports of Genoa (Genova e Savona) furono 2,78 milioni; crescere del 19,3% quindi significherebbe salire a 3,31 milioni di Teu (non a 3,5 milioni come riportato). Questo presupporrebbe un tasso medio di crescita annua superiore al 4,5%, mentre per arrivare a 3,5 milioni di Teu il tasso di crescita annua medio dovrebbe essere di quasi il 6%. Numeri che contrastano da una parte con ogni serie storica vista finora (nel quadriennio 2017/2021 la crescita è stata pari al 4,3% e il tasso medio di crescita annua dell’1,1%) e dall’altra con qualsiasi analisi previsionale basata sugli scenari macroeconomici relativi alle economie servite dai porti di Genova, Savona e Vado Ligure.
Una incongruenza del resto evidenziata esplicitamente dalla stessa port authority, che, nel documento analitico che accompagna la presentazione (lo trovate qui), mostra di essere del tutto consapevole che tassi di crescita annui superiori al 4,5% del traffico container siano chimerici: “Per i prossimi anni per quanto riguarda il contesto dei commerci internazionali, così come quello dei traffici containerizzati, le previsioni registrano una progressiva tendenza al peggioramento, strettamente correlata al rischio che l’economica rallenti a livello globale fino a contrarsi nel corso del 2023, mentre non è possibile prevedere, almeno nel corso del prossimo anno, un’effettiva riduzione dei tassi di inflazione” si legge nel documento. Che poi precisa: “I volumi di traffico dovrebbero, quindi, continuare a crescere, ma a ritmi ridotti rispetto a quanto previsto in precedenza. Le previsioni di sviluppo per il nostro sistema si innestano in questo scenario: fatti salvi eventuali rallentamenti non preventivabili al momento e dipendenti da un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche generali, la movimentazione di merce containerizzata dovrebbe continuare a crescere nel prossimo triennio, seppure abbastanza lentamente”.
Riportato il dato di crescita della rail ratio, passata dal 13,4% del 2019 al 16,7% del 2022, la presentazione (in maggior coerenza, questa volta, col documento analitico) non si lancia in previsioni sulle altre merceologie, limitandosi per le crociere a validare le predizioni di Clia (l’associazione delle compagnie crocieristiche) di “un ritorno ai livelli del 2019” e, quanto ai traghetti, alla conferma del trend che ha permesso nel 2022 di “superare i volumi pre-pandemia”, conferma possibile grazie a “due principali driver: aumento del numero di servizi traghetti negli scali del sistema, minor competizione da parte del trasporto aereo”.
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