Rina mette a segno un’acquisizione in Usa mentre due soci escono dal capitale
Rilevata negli Usa la società Patrick Engineering mentre sono state riacquistate le quote di Vei Capital e Nb Renaissance a quasi 10 anni dal loro ingresso
Ugo Salerno, amministratore delegato e presidente del Gruppo Rina, ha annunciato in un’intervista al Corriere della Sera, di aver portato a termine l’acquisizione della società statunitense Patrick Engineering mentre i due azionisti di minoranza Vei Capital e Nb Renaissance che erano entrati nel 2014 rilevando una quota di minoranza (salita negli anni al 27%) sono usciti dalla società genovese (confermando quanto anticipato da IlSole24Ore).
Con ricavi netti intorno ai 60 milioni di dollari, 340 dipendenti e sede a Chicago, Patrick Engineering è un’azienda attiva nella consulenza ingegneristica in diversi rami, dalle infrastrutture ai trasporti e alle energie rinnovabili. L’obiettivo di Rina è cogliere le consistenti opportunità di un mercato – quello statunitense – dove il presidente Joe Biden ha annunciato un piano di maxi investimenti da millesettecento miliardi di dollari.
“L’acquisizione è una nuova base negli Usa, un’opportunità unica per crescere nel fiorente mercato delle infrastrutture del Nord America. Gli Usa diventeranno uno degli hub principali del gruppo” ha dichiarato Salerno nell’intervista. Nel paese Rina è già presente con 150 persone e uffici tra Washington, Houston e Fort Lauderdale: con l’acquisizione, la forza lavoro a stelle e strisce salirà a 500 persone. Secondo il Corriere il prezzo dovrebbe essere tra 8 e 10 volte il margine operativo lordo, per cui la stima è di circa 50 milioni di dollari sborsati per l’acquisizione.
Per ciò che riguarda invece il cambio nell’assetto azionario, è stata Rina a riacquistare il 27% ceduto da Naus, il veicolo dei fondi di private equity Vei Capital e Nb Renaissance che erano entrati nel capitale nel 2014 con la prospettiva di una quotazione in borsa che fino ad oggi non ha preso forma. Dopo questo buy back (“un’uscita concordata” l’ha definita Salerno), la multinazionale genovese sta ora cercando nuovi soci: “Siamo in contatto con alcuni fondi per un possibile loro ingresso come azionisti di minoranza, con una quota complessiva che può arrivare anche al 33%. L’operazione dovrebbe chiudersi entro fine anno e portare nuove risorse e competenze specifiche per continuare sulla strada delle acquisizioni” ha aggiunto il numero uno dell’azienda di via Corsica.
Rina è tuttora controllato dal Registro Navale Italiano, un ente morale di natura privata (paragonabile a una fondazione) nel cui consiglio di amministrazione siedono i rappresentanti di varie associazioni di Camere di Commercio, armatori, assicurazioni, cantieri e altri professionisti. Il gruppo dal 2014 era appunto partecipato da Palladio, attraverso Vei Capital e Venice Shipping & Logistics, e dal 2016 da NB Renaissance (che aveva rilevato la quota originariamente acquisita da Intesa Sanpaolo quando entrò insieme a Palladio) sottoscrittori inizialmente di un aumento di capitale da 25 milioni. Questi stessi investitori si erano impegnati a investimenti successivi sottoforma di equity e di obbligazioni convertibili sino a un totale di 100 milioni, corrispondente a non oltre il 30% del capitale. La quotazione in Borsa era stata programmata prima nel 2019, poi posticipata e da ultimo messa in agenda nel 2023.
I ricavi del 2022 viaggiano intorno ai 680 milioni di euro, mentre nel 2023 dovrebbero superare i 700 milioni mentre parallelamente continua a crescere l’organico arrivato a 5mila lavoratori a tempo indeterminato a fine 2022 cui si aggiungeranno nuovi ingressi di quest’anno.
Fra i nuovi progetti per lo shipping nel campo della decarbonizzazione spicca l’accordo di collaborazione firmato con Maran Dry Management (società dell’armatore greco Angelicoussis) e la società di progettazione cinese Sdari per una nuova nave portarinfuse in grado di ridurre le emissioni di CO2 utilizzando Gnl e idrogeno prodotto a bordo.
A Genova il gruppo è impegnato come project manager per la nuova diga foranea ed è attivo anche nell’ampliamento dei cantieri di Sestri Ponente di Fincantieri, per il tunnel subportuale che sostituirà la Sopraelevata e per la metropolitana in Val Bisagno.
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