Al via con 6 ore di sciopero contro la guerra la campagna porti di Usb
Atteso nei prossimi giorni il lancio di una formale piattaforma sindacale sui temi più sentiti dai portuali: salario, salute, lavoro usurante, fermo all’autoproduzione, rappresentanza, no alla guerra e al traffico di armi, etc.
Il sindacato Usb Lavoro Privato ha lanciato oggi “la compagna nazionale dei porti”, con l’obiettivo di “affrontare i temi che da tempo stanno condizionando la vita dei lavoratori e lavoratrici portuali, stretti sempre più tra un lavoro duro e usurante e la ricerca spasmodica del profitto e della massima produttività”.
La nota diffusa oggi spiega che “il sistema portuale ha subito negli ultimi anni enormi trasformazioni anche per quanto riguarda l’organizzazione del ciclo produttivo, uno dei settori strategici dell’economia del Paese. È in atto, da tempo, il tentativo di consegnare questi asset fondamentali per la circolazione delle merci in mano di soggetti privati nel nome della libera concorrenza. Dei veri e propri monopoli che stanno provocando un aumento dello sfruttamento e una contrazione dei salari e dei diritti oltre che dei livelli di salute e sicurezza”.
Secondo Usb tali considerazioni si legano “alla questione del traffico di armi, che sempre di più attraversa i nostri porti verso guerre di distruzione e morte, mentre l’escalation della guerra tra potenze e contro i lavoratori sta trascinando tutti noi verso un conflitto mondiale, di cui intanto già paghiamo i costi con le bollette e il caro vita mentre gli stipendi rimangono al palo”.
Queste le iniziative pensate dal coordinamento nazionale Usb per la campagna: “Il lancio nei prossimi giorni di una formale piattaforma sindacale sui temi più sentiti dai portuali: salario, salute, lavoro usurante, fermo all’autoproduzione, rappresentanza, no alla guerra e al traffico di armi, etc.., che sarà presentata e discussa nelle prossime assemblee convocate nei posti di lavoro in tutti i porti. Reiterazione della richiesta d’incontro su questi temi al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il quale avviare da subito un tavolo di confronto che parli anche del piano nazionale dei porti e della sempre maggiore aggressività da parte degli armatori. Il proseguimento della nostra campagna contro tutte le guerre e il traffico di armi nei porti, tema sul quale aderiremo convintamente alla manifestazione del 25 febbraio a Genova, a un anno esatto dall’inizio del conflitto in Ucraina, promossa dal Calp (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali). Sosterremo questa giornata anche attraverso uno sciopero di 2 ore in tutti i porti italiani e di 6 ore per il porto di Genova”.
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