In serio ritardo il Pnrr del mare
Secondo il report trimestrale della Ragioneria dello Stato nessuno dei programmi relativi all’utilizzo delle risorse del fondo complementare per flotte e porti ha conseguito gli obiettivi prefissati
La notizia buona è che la situazione non è peggiore della media, quella negativa, invece, è che non solo quelli relativi a flotta di bandiera e porti nazionali, ma l’intero pacchetto da oltre 30 miliardi di euro di investimenti pubblici stanziati, a debito, in parallelo al Pnrr col cosiddetto Fondo Complementare sta scontando un ritardo via via crescente.
Lo attesta l’ultima versione dei report trimestrali di monitoraggio prodotti dalla Ragioneria dello Stato: “In via generale si evidenzia, rispetto alla situazione registrata nei trimestri precedenti, un maggiore ritardo nel rispetto delle scadenze, in particolare per quelle relative all’ultimo trimestre”. Fra le cause dei ritardi individuate dalla contabilità del Ministero dell’Economia “il perdurare del contesto di crisi economica e internazionale che ha determinato difficoltà spesso oggettive nello svolgimento delle procedure di affidamento, anche a causa degli incrementi dei prezzi dei materiali” e, “in alcuni casi”, “le procedure di verifica degli uffici della Commissione europea in tema di compatibilità con la disciplina sulla tutela della concorrenza”.
Motivazioni che, tuttavia, solo parzialmente sembrano riferibili ai programmi dedicati al ‘mare’, tanto più che per quel che riguarda il caro materiali nei mesi scorsi è stato creato un Fondo per l’avvio delle opere indifferibili da 8,4 miliardi di euro (recentemente portato a 10), di cui 900 specificatamente destinati agli interventi del fondo complementare. Quanto ai sussidi per la flotta, il via libera di Bruxelles è giunto nei tempi utili.
Venendo ai singoli programmi, per “upgrading di nuove navi” e “refit”, l’obiettivo di arrivare entro il terzo trimestre 2022 a individuare i beneficiari e a stipulare con essi i relativi accordi procedimentali è stato solo “parzialmente conseguito” (e in zona Cesarini, dopo Natale). I beneficiari ci sono, infatti, ma non gli accordi (si punta al primo trimestre 2023), mentre risulta utilizzato solo il 32% delle risorse disponibili (circa 163,4 milioni su 500 complessivi).
“Non conseguito” risulta l’obiettivo relativo al programma per l’acquisto di navi per lo Stretto, finanziato con 60 milioni di euro: “I lavori di progettazione non risultano avviati e la gara risulta non ancora aggiudicata. L’Amministrazione ha comunicato che si ritiene di poter aggiudicare nel mese di febbraio 2023”. Parzialmente conseguito il target del programma da 220 milioni per bunkerine e micorliquefattori: anche in questo caso individuati i beneficiari, mancano gli accordi e l’uso delle risorse è stato parziale (57%). Obbiettivo del primo trimestre l’avvio dei lavori.
Solo parzialmente conseguito anche l’obiettivo relativo ai 55 milioni per locotrattori, transtainer e gru: “Il 31 ottobre 2022 è stata pubblicata la circolare attuativa con le indicazioni operative per la realizzazione e la verifica degli interventi ammessi a finanziamento. Non sono disponibili dati sull’avvio delle procedure di acquisto, ma l’Amministrazione ha comunicato che sono in corso le attività di riscontro delle comunicazioni dei beneficiari sullo stato di attuazione”.
Sul fronte portuale performance anche meno brillanti. Quanto a “Sviluppo dell’accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici” (1.470 milioni di euro), entro fine anno si sarebbero dovute aggiudicare i contratti di realizzazione del 30% delle opere e avviare il 30% dei lavori, ma se risultano “aggiudicati bandi di gara per il 31% dei progetti (circa il 42% in termini di risorse sul totale)”, invece “non risultano dati sul raggiungimento della percentuale prevista in termini di avvio lavori”.
Target solo parzialmente conseguiti anche per l’”aumento selettivo della capacità portuale” (390 milioni di euro). Obiettivi identici ma “risultano aggiudicati bandi di gara per il 29% dei progetti (8% in termini di risorse sul totale). Non risultano dati sul raggiungimento della percentuale prevista in termini di avvio lavori”. Analogamente per “ultimo/penultimo miglio ferroviario/stradale” (250 milioni) “risultano aggiudicati bandi di gara per il 14% dei progetti (4% in termini di risorse sul totale). Non risultano dati sul raggiungimento della percentuale prevista in termini di avvio lavori”.
Parzialmente conseguiti, infine, gli obiettivi anche sul cold ironing (700 milioni): Risultano aggiudicati bandi di gara per il 14% dei progetti (3% in termini di risorse sul totale)” quando si sarebbe dovuti arrivare al 30%. E “non risultano dati sul raggiungimento della percentuale prevista in termini di avvio lavori”, contro la previsione del 30%.
A.M.
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