Da Sestri Ponente Msc e Fincantieri spediscono messaggi rivolti a Sace e al Governo
Alla coin ceremony per Explora II Vago lancia messaggi di pace verso l’export credit agency italiana e preannuncia la probabile opzione di Expolora V e VI mentre Folgiero ha chiesto al Ministero dei trasporti il completamento del ribaltamento a mare del cantiere per non vanificare il lavoro fin qui svolto
Genova – Se per l’attività di costruzione di navi da carico il primato è ormai da tempo decisamente collocato a Oriente, nei mega cantieri coreani e cinesi, per quella delle navi da crociera la leadership dell’Italia non solo si conferma ma è destinata a rafforzarsi. Anche grazie al ruolo di Sace e al cantiere di Sestri Ponente che, una volta rinnovato, avrà il bacino più grande d’Italia e potrà competere alla pari con i più grandi stabilimenti dei competitor europei. Il nostro paese sembra aver maturato una consapevolezza definitiva della strategicità del settore della navalmeccanica per l’economia nazionale e delle sue capacità di generare ricadute economiche sui territori su cui insiste.
Lo hanno lasciato ampiamente intendere oggi i massimi vertici del gruppo Msc e di Fincantieri, intervenuti in massa, insieme a numerose autorità, alla tradizionale cerimonia della moneta della nave Explora II andata in scena nel cantiere genovese dove la nave, seconda di una flotta di sei da realizzare per il nuovo brand di lusso Explora Journeys, verrà completata e consegnata ad agosto 2024. I numeri a supporto, snocciolati con orgoglio ma senza enfasi da Pierfrancesco Vago, Executive chairman della Divisione crociere del gruppo Msc, e da Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, sono del resto imponenti quanto le navi in costruzione.
Partiamo dalla sola nave Explora II: il suo primo troncone, costruito nello stabilimento di Castellamare, è arrivato a Sestri Ponente via mare grazie alle sinergie fra i propri (molti) siti industriali sviluppate da Fincantieri negli anni per ottimizzare i processi di produzione. Il valore complessivo di questa singola commessa è di oltre 500 milioni di euro, per una ricaduta economica complessiva stimata in 2 miliardi sul territorio, soprattutto genovese e ligure, e un numero medio di 2500 persone impiegate per due anni nel cantiere genovese. Numeri del tutto simili per le altre navi già confermate e facenti parte dell’ordine di Msc – Explora a Fincantieri, che ammonta a 2,2 miliardi per quattro unità complessivamente.
C’è infine un’opzione per altre due navi (Explora V e VI), oggetto di uno specifico Memorandum of Understanding siglato a luglio dell’anno scorso da armatore e costruttore. Se saranno poi esercitate le opzioni, la commessa di Msc nel suo insieme raggiungerebbe i 3,5 miliardi di euro, per un impatto economico totale pari a 15 miliardi.
Stefano Guzzetti, direttore del cantiere di Sestri, dormirà sonni (relativamente) tranquilli per i prossimi 3-4 anni, dal momento che l’investimento assicurerà l’occupazione del sito dove verranno realizzate, insieme a Explora II, anche Explora III ed Explora IV, destinate a entrare in flotta tra il 2024 e il 2027. Un risultato importante se si pensa che lo storico sito genovese, dove fra l’altro venne costruito il Rex, aveva seriamente rischiato la chiusura nel momento di maggiore crisi della navalmeccanica.
Lo ha ricordato lo stesso Vago, portando alla memoria un colloquio romano con l’ex amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono avvenuto a giugno 2011 durante il quale i due manager avevano iniziato a ragionare su una collaborazione a lungo termine fra i rispettivi gruppi, i cui risultati si vedono oggi. La nave Explora I, ha dichiarato Vago, è in fase di ultimazione presso il cantiere di Monfalcone, dove sarà varata nei prossimi mesi. Seguiranno la cerimonia di battesimo, in programma a Civitavecchia l’8 luglio, e il 17 dello stesso mese la partenza per la prima crociera di lusso dal porto di Southampton, ha rivelato soddisfatto il Chief executive officer di Explora Jouneys, Michael Ungerer.
Ma al di là delle cifre della commessa di Explora a Fincantieri è anche tutto ciò che le sta attorno che va valutato attentamente: la tecnologia in primis, particolarmente sofisticata sul fronte della salvaguardia ambientale. Le ultime quattro unità della flotta Explora, dalla III alla VI, saranno dotate infatti di soluzioni da primato per il settore e, nello specifico, verranno alimentati a Gnl, il combustibile marino più pulito attualmente disponibile in larga scala sul mercato.
Fincantieri sottolinea come a bordo di Explora V ed Explora VI verrà installato inoltre un sistema innovativo di raccolta dell’idrogeno liquido, un carburante a basse emissioni di carbonio utilizzato per alimentare una cella a combustibile da sei megawatt in grado di produrre energia priva di emissioni per il funzionamento a ‘emissioni zero’ delle navi in porto, con i motori spenti. Avanzati sistemi di riduzione catalitica selettiva, connettività plug-in per l’alimentazione elettrica da terra, apparati di gestione del rumore subacqueo per proteggere la vita marina e una gamma completa di apparecchiature di bordo ad alta efficienza energetica per ottimizzare l’uso dei motori e ridurre ulteriormente le emissioni completano infine il quadro delle dotazioni della flotta Explora.
Da sottolineare poi che sembrano superate definitivamente anche le criticità legate al ruolo di Sace, nei cui confronti il gruppo Msc era stato parecchio critico nel recente passato. “La solida partnership tra il Gruppo Msc e Fincantieri è stata resa possibile dal ruolo determinante della Sace. È una partnership che, a partire dal 2014, ha generato finora ordini per ben 10 navi – quattro delle quali già consegnate – per un valore complessivo superiore a 7 miliardi di euro. Con una ricaduta economica anch’essa molto importante, superiore a 30 miliardi di euro. È necessario che questa attività fondamentale della Sace venga preservata e rafforzata, soprattutto in un contesto macroeconomico come l’attuale” ha dichiarato Vago. Oltre a ciò ha aggiunto: “Abbiamo notato uno sforzo del nuovo management, di avvicinarci ed essere competitivi con gli altri paesi europei. C’è un gruppo di lavoro molto professionale e molto serio”. Da parte di Sace “c’è stato un rendersi conto della situazione che stiamo vivendo e del ruolo che questa azienda pubblica deve avere per l’export. Noi vediamo che c’è la volontà, la serietà e la professionalità per arrivare a questo risultato perciò stiamo lavorando per confermare le opzioni per le navi V e VI di Explora con il loro supporto”.
Nel confermare che il gruppo Msc intende raggiungere l’obiettivo di ‘net zero’ del 2050, Vago ha infine pungolato le istituzioni per fare accelerare quegli investimenti a terra di cui gli armatori hanno bisogno, cold ironing in primis.
“Se nei porti non si trovano banchine elettrificate, oltre alla possibilità di rifornimento di Gnl e di idrogeno, gli sforzi compiuti dagli armatori rischiano di essere vanificati. Per questo è necessario che le istituzioni, soprattutto a livello europeo, comprendano questa situazione e agiscano di conseguenza” ha concluso Vago.
Sempre a proposito di investimenti e progetti in cui anche il pubblico deve fare la sua parte, Folgiero ha sottolineato come il cantiere di Sestri Ponente si trovi nella (difficile) condizione di dover lavorare, e garantire consegne puntuali, nel bel mezzo del processo di “ribaltamento a mare” che ne modificherà il layout. “Manca ancora un pezzo, il by pass della ferrovia, che deve finanziare il Ministero delle Infrastrutture: una volta completato quel passaggio il bacino di Sestri sarà il più grande in Italia e avremo colmato il gap competitivo che avevamo con altri paesi, come la Francia”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY