Scintille nei porti di Trieste e Monfalcone sull’autoproduzione
D’Agostino rintuzza il richiamo di Clpt alla nota di Giardino in merito a presunti casi di utilizzo del personale di bordo ai terminal Samer e Tmt
Dopo l’ultimo intervento in materia di autoproduzione (svelato da SHIPPING ITALY) del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, il Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste ha immediatamente sottoposto alla locale Autorità di Sistema Portuale alcune richieste basate su quanto scritto dall’ammiraglio Luigi Giardino capo del VI Reparto.
“Visto che a quanto ci risulta nel Porto di Trieste al terminal Samer i marinai dei traghetti durante le operazioni di sbarco e imbarco vengono adibiti anche alla mansione di segnalatore, che al terminal Tmt sulle navi BF Philipp e K Stream è il personale di bordo a svolgere le operazioni di rizzaggio e derizzaggio, che nel porto di Monfalcone sui traghetti Grimaldi che trasportano automobili e altri mezzi il rizzaggio e derizzaggio viene svolto da personale di bordo, mentre sulle navi che imbarcano yacht è il personale di bordo a provvedere ad issare le imbarcazioni, vi chiediamo di voler verificare se nei due porti da voi amministrati le operazioni in autoproduzione siano effettuate nel rispetto delle prescrizioni dell’Ammiraglio Giardino e a provvedere affinché tali prescrizioni vengano rispettate” ha scritto in una nota il Clpt.
Due gli aspetti rimarcati dal presidente della port authority giuliana, Zeno D’Agostino, nella risposta. Il primo a riguardo della dubbia rappresentatività di Clpt, in base a quanto sancito da una recentissima ordinanza del Tribunale di Trieste che ha rigettato il ricorso della sigla per un presunto comportamento antisindacale di Agenzia per il Lavoro Portuale di Trieste proprio sulla base della non provata rappresentatività del Coordinamento. Come dire, nessuno di chi rappresenta i lavoratori ha rilevato irregolarità in materia di autoproduzione negli scali dell’Adsp.
Il secondo nel merito: “Presso il terminal Samer applichiamo l’ordinanza Bassin. A seguito della morte del guardiafuochi Roberto Bassin, (schiacciato nel 2019 da un rimorchio, ndr), applichiamo una serie di procedure stringenti sui ruoli di chi sta a bordo e chi lavora in banchina”.
A.M.
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