Rimorchiatori Mediterranei in gara per operare in Arabia Saudita
La società ha presentato una offerta, insieme alla collega Naghi Marine Company, per svolgere servizi di rimorchio, pilotaggio, antinquinamento e altro, in diversi scali
Dopo essere entrata nel mercato di Singapore e Malesia grazie all’acquisizione di Keppel Smit Towage Private e Maju Maritime, Rimorchiatori Mediterranei sta provando ora a farsi largo anche In Arabia Saudita.
Il gruppo genovese (in procinto di essere acquisito da Msc, se l’antritrust darà il proprio via libera), insieme al partner Naghi Marine Company, è infatti tra i 16 soggetti selezionati da Mawani – la port authority dell’Arabia Saudita – per poter presentare offerte per servizi marittimi in 8 scali del paese, precisamente nei porti di Yanbu (industriale e commerciale), Jubail (idem), Jeddah, Jazan, Ars Al Khair e King Abdulaziz.
La rosa dei ‘prescelti’ comprende altri tre consorzi, uno dei quali composto da Hutchison Port Investments e Boluda, uno formato da Lamnalco Saudi Arabia con Jana Marine Services, e un altro tra Svitzer Middle East e Haji Abdullah Alireza & Co. Presenti come partecipanti singoli invece M/s. Ocean Sparkle, P&O Maritime Fze, Bihar International Company, Jawar Al Rafid Marine Services Company, Psa Marine (Pte), Zamil offshore Services Company, Red Sea Marine Services Company Ltd e Saam Sa. Da rilevare a margine che tra gli altri big in gara anche Boluda ha appena definito un proprio apparentamento con Msc, dato che il gruppo di Gianluigi Aponte ne avrebbe da poco rilevato il 15,6% (con la prospettiva probabile di crescere ulteriormente in futuro).
Tornando alla procedura, all’invito a manifestare interesse, lanciato dall’ente nel marzo dello scorso anno insieme al National Center for Privatization & PPP saudita, avevano risposto 64 realtà. Secondo quanto dichiarato dalla stessa Mawani, questa ha lo scopo di arrivare alla firma di 4 ampi contratti di lungo termine per l’offerta di 15 servizi con società private per lo svolgimento di attività di “ancoraggio, pilotaggio, rimorchio, attracco e disormeggio e ormeggio, nonché servizi aggiuntivi come il controllo dell’inquinamento, la lotta antincendio”. L’iter si inserisce in un più ampio programma di privatizzazioni in atto nel paese, condotto dal National Centre for Privatization saudita, a sua volta parte del programma Saudi Vision 2030 con cui l’Arabia Saudita punterebbe a modernizzare la sua economia e a diversificarla riducendo la dipendenza dal petrolio.
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