Chiuse le indagini per bancarotta: verso il giudizio Vincenzo Onorato e figli (Moby)
La lente della procura è finita su attività che avrebbero portato al depauperamento del patrimonio di Cin e ad altre spese particolari
In parallelo al concordato preventivo di Moby omologato ma contestato e impugnato dal gruppo concorrente Grimaldi group, per la famiglia Onorato si apre un nuovo capitolo giudiziario.
Si sono chiuse infatti con una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Vincenzo Onorato e i figli Achille e Alessandro le indagini della Procura di Milano per bancarotta con riferimento proprio alle vicende che hanno portato alla procedura fallimentare del gruppo Moby.
Nel dettaglio, nell’inchiesta curata dal Pm Roberto Fontana si fa riferimento a diversi possibili reati. Fra questi i riflettori sono puntati in particolare sulle attività che hanno portato al depauperamento del patrimonio del gruppo e in particolare di Compagnia Italiana di Navigazione – Cin (che ha ereditato le attività di Tirrenia rilevate nel 2012) con sistematico drenaggio di risorse finanziarie a favore di Moby.
Tutto ciò al fine di consentire a Moby di far fronte agli oneri finanziari sulla stessa gravanti per effetto della complessiva operazione funzionale all’acquisizione del controllo totalitario, da parte della famiglia Onorato, di Moby e di Cin, concretizzatasi nell’emissione nel giugno 2015 di un prestito obbligazionario di 105 milioni da parte della società di diritto olandese Ale1 e nell’emissione nel gennaio 2016 di un successivo prestito obbligazionario di 300 milioni e nell’accensione di un finanziamento bancario di 200 milioni.
Oltre a queste operazioni, sono sotto i riflettori della Procura tutta una serie di altre operazioni che avrebbero dissipato il patrimonio del gruppo Moby-Cin: transazioni su nuove navi (Alf Pollack, Maria Grazia Onorato, Hull No 18121002 e Hull No 18121004), ma anche compravendita di immobili e noleggio di autovetture di lusso in noleggio alla famiglia Onorato (fra queste anche Aston Martin e Maserati).
L’informazione di garanzia sarebbe arrivata alla fine della scorsa settimana. Ora si attendono ulteriori sviluppi. La posizione dei legali della famiglia Onorato punta sulla liceità delle operazioni contestate, operazioni che – sempre secondo la tesi della difesa – sarebbero state autorizzate dagli organi competenti e dai consulenti, oltre ad essere già state visionate in passato dal Tribunale di Milano.
Il legale della famiglia Onorato, l’avvocato Pasquale Pantano dello studio Borella Pantano, ha così commentato la notizia: “Evidentemente nessuna sorpresa, eravamo a conoscenza di queste indagini da tempo. Abbiamo collaborato in totale trasparenza con gli organi inquirenti. I rilievi più significativi mossi ai miei assistiti hanno a oggetto valutazioni relative ad attività molto complesse. Non condividiamo gli esiti di tali valutazioni per un fondato e corposo ordine di ragioni sia fattuali che giuridiche, che avremo presto modo di rappresentare ai Magistrati per dimostrare la perfetta legittimità dell’operato della famiglia Onorato. Naturalmente continuiamo a manifestare profonda fiducia nelle istituzioni e nella Magistratura in particolare”.
Nel mese di aprile del 2021 SHIPPING ITALY aveva rivelato il contenuto di alcuni paragrafi di un piano (poi superato da successive versioni) di concordato preventivo in continuità in cui veniva analizzato in dettaglio la “gestione di Moby nel quinquennio anteriore all’avvio del concordato preventivo”, ovvero nel periodo 2015 – 2019. In quel documento fra i “rapporti economici e finanziari con alcuni componenti del C.d.A.” venivano menzionati “l’acquisto, da parte di Moby, dell’immobile sito nel Comune di Milano in Piazza San Babila 5 di proprietà del noto armatore intervenuto in data 26 luglio 2017 per un corrispettivo pari a 7 milioni di euro”. Trovavano spazio anche “gli acconti sugli emolumenti futuri ricevuti dal Dott. Vincenzo Onorato nel quinquennio 2015-2019” anche se il credito della società si era ridotto a 1,5 milioni al 30 giugno 2020 e si è poi azzerato al 31 dicembre 2020. L’ultima voce riportata in quella parte del piano parlava di “incerta natura di taluni trasferimenti di denaro effettuati dalla società in favore del presidente del Consiglio d’Amministrazione per complessivi Euro 232.000 circa, di cui non è stato possibile acclarare la natura sulla base delle relative schede contabili”.
Veniva inoltre menzionata un’ingente somma riguardante il saldo dell’ammontare degli incassi non retrocessi da Moby a Cin che ammontava a circa 63,2 milioni di euro e “per il quale un piano di rientro del debito netto in essere non è stato mai perfezionato”. Si parlava poi di molteplici contratti di noleggio reciproco di motonavi fra Moby e Cin, nonché diversi contratti aventi ad oggetto la prestazione di servizi, “alcuni dei quali tuttavia non risultano essere supportati, sin dal momento della loro sottoscrizione, da apposite perizie predisposte da soggetti terzi a conferma della congruità dei corrispettivi contrattualmente previsti rispetto a quelli di mercato”.
C’era poi il capitolo dedicato alle “operazioni realizzate da Moby con alcune parti correlate“, dove trova spazio la descrizione delle operazioni ‘a tre’ fra Moby, F.lli Onorato Armatori e Cin per i subnoleggi delle navi ro-ro Alf Pollak e Maria Grazia Onorato, così come per i due nuovi traghetti in costruzione in Cina (ovvero le navi Moby Fantasy e Moby Legacy destinate a entrare in servizio entro un paio di mesi).
Il piano in questione, sempre fra i trasferimenti di risorse effettuati da Moby verso società correlate, evidenziava 8,3 milioni circa, di cui 5,1 milioni a Mascalzone Latino, “nota società operante nel settore dell’organizzazione, gestione e promozione di iniziative sportive in ambito velico interamente controllata dal Dott. Vincenzo Onorato”.
Il piano concordatario di allora arrivava infine ai “trasferimenti di denaro meritevoli di attenzione” e l’elenco parlava di “versamenti in favore di Beppe Grillo Srl in relazione a un accordo avente finalità pubblicitarie per un corrispettivo annuo pari a Euro 120.000 della durata di due anni”, “in favore di Casaleggio e Associati Srl in relazione a un contratto avente lo scopo di sensibilizzare le istituzioni sul tema dei marittimi, per un corrispettivo annuo pari a Euro 600.000 circa della durata di due anni (risolto consensualmente a decorrere dal 1 marzo 2020)”. Segnalava poi 550.000 euro “in favore del Dott. Roberto Mercuri con il quale la società ha sottoscritto contratti di consulenza per il supporto tecnico-specialistico in relazione alle attività con il Parlamento, con il Governo e con la Commissione Europea”.
L’elenco dei “trasferimenti di denaro meritevoli d’attenzione” si completava poi con complessivi 400 mila euro “in favore di partiti politici”, 2,8 milioni di euro in favore della NetJets Management Limited per contratti di noleggio di un aeromobile Falcon 2000EX, 4,5 milioni di euro per l’acquisto e la successiva ristrutturazione dell’immobile denominato Villa Lilium a Porto Cervo di circa 200 mq “utilizzato come edificio di rappresentanza nel nord della Sardegna”, per il noleggio e il conseguente riscatto di diverse autovetture di lusso per complessivi 600.000 euro circa e infine “per ulteriori liberalità concesse dalla società”, erogate in favore anche “dell’associazione spontanea ‘Marittimi per il futuro’ per Euro 10.000”. Non passò inosservato nemmeno “un omaggio del valore di Euro 50.000 relativo a gioielli destinati a Erika Pollak, vedova di Alf Pollak e madrina del varo della nave a quest’ultimo intitolata”.
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Il piano di Moby e i “trasferimenti di denaro meritevoli di attenzione”
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