Depositi chimici di Genova, parte l’iter ambientale preliminare, cresce la capacità
In attesa della dirimente conferenza dei servizi la Regione Liguria pubblica lo studio di Superba: secondo il proponente la Via non sarà necessaria
L’operazione di trasferimento, all’interno del porto di Genova, dei depositi chimici che attualmente Superba e Carmagnani gestiscono a Multedo e che, su input del Comune, l’Autorità di Sistema Portuale ha deciso di spostare su Ponte Somalia, a Sampierdarena, registra un lievissimo passo in avanti.
La Regione Liguria, infatti, dando seguito all’istanza presentata dalla società del Gruppo Pir lo scorso 14 febbraio, ha pubblicato i documenti con cui prende il via la procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale, un passaggio previsto da tempo per il quale si attendeva la predisposizione del progetto definitivo, evidentemente ora prodotto da Superba.
Volumi e tipologie produttive previste, si evince dallo studio preliminare ambientale, restano quelle originarie, ma il costo dell’operazione è ora valutato 90 milioni di euro (di cui 30 messi da Adsp) contro gli 80 iniziali, segno forse della modifica al layout, che non prevede più 75 serbatoi per 86.400 mc di capacità, bensì 71 ma per una capacità complessiva maggiore, pari a 94.300 mc, mentre si prevede una presenza di al massimo 20 lavoratori in orario diurno fra uffici e banchina (compresi, parrebbe, quelli di Carmagnani: nel documento non si accenna agli accordi con tale società, che stando a quanto finora emerso dovrebbe beneficiare di una sorta di subconcessione).
Quanto alla ricostruzione dell’iter amministrativo-autorizzativo, poi, lo studio appare quantomeno edulcorato, laddove, ad esempio, trasforma in “parere favorevole (con alcune prescrizioni, raccomandazioni ed osservazioni)” l’atto con cui il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici si espresse sull’adeguamento tecnico-funzionale del vigente Piano Regolatore Portuale di Genova (proposto dall’Adsp per permettere la movimentazione di prodotti chimici su Ponte Somalia) in modo in realtà assai interlocutorio, condizionando cioè l’ok (senza usare mai il termine “favorevole”) alla “acquisizione di valutazioni e atti di assenso da esprimersi nelle successive fasi di sviluppo, fra cui quelle degli enti preposti alla sicurezza della navigazione aerea e in merito ai profili di rischio”.
Vale a dire valutazioni e atti di Enac, Capitaneria e Vigili del Fuoco. Nel primo caso lo studio prova a sostenere che “l’inserimento dell’opera in esame non interferirà quindi con la presenza in area limitrofa dell’aeroporto di Genova”, adducendo a prova la semplice “presa d’atto” che Enac lo scorso luglio fece “della dichiarazione espressa dal Comune di Genova in merito alla coerenza con il piano di rischio aeroportuale della nuova localizzazione dei Depositi Costieri a Ponte Somalia”, quando in realtà Enac in passato riferì di aver impugnato gli atti con cui il Comune aveva modificato il piano di rischio proprio per renderlo compatibile con gli insediamenti dei depositi a Somalia.
Quanto a Vigili del Fuoco e soprattutto alla Capitaneria, una cui ordinanza tutt’oggi vigente (32/2001) impedisce l’ormeggio a Sampierdarena di navi che trasportino prodotti infiammabili di categoria A come quelli che Superba movimenta, lo studio nemmeno menziona i problemi, delicatissimo oggetto di una determinante conferenza dei servizi che sarebbe stata convocata da Adsp e che sarebbe in corso.
Nel merito del suo oggetto, ad ogni modo, lo studio si chiude senza sorprese, non rilevando per alcuna componente ambientale impatti rilevanti e suggerendo quindi alla Regione di “escludere il progetto in esame dalla fase di Valutazione di Impatto Ambientale”. Da verificare, tuttavia, che gli uffici regionali condividano metodologia e conclusioni di Superba, in alcuni casi apertamente controintuitivi. Nel valutare gli effetti sul sistema economico produttivo non si fa ad esempio neppure menzione al fatto che, per ricollocare i depositi, si rischia di ridurre o perdere del tutto i traffici di rotabili oggi operati da Grimaldi Group al Ponte Somalia gestito da Terminal San Giorgio e si attribuisce quindi all’operazione un impatto addirittura positivo: l’esito auspicato da Superba non è scontato.
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