Le Dogane annunciano nel 2022 un gettito record per l’Erario
Aumentato di oltre il 37% il contributo all’erario di Iva, dazi e altri diritti doganali, cresciuti in valore sia import (anche in volumi) che export
“Il 2022 si chiude con un gettito dell’erario di circa 78 miliardi di euro. Un dato che, seppure in fase di consolidamento, rappresenta il risultato più alto nella storia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”. È quanto emerge dal quarto bollettino statistico pubblicato oggi dall’Agenzia.
“Tale resoconto fornisce un bilancio presuntivo dei risultati conseguiti da Adm nel corso del 2022, evidenziando i dati relativi alla fiscalità e all’attività di vigilanza nei diversi settori di competenza dell’Agenzia” ha spiegato una nota. “In particolare, la crescita del gettito è riconducibile a un andamento positivo di tutti i settori, eccezione fatta per le entrate da accisa relative ai prodotti energetici. Infatti tali introiti, a causa dell’aumento dei prezzi relativo alla congiuntura globale dovuta anche al conflitto russo-ucraino e alla conseguente adozione da parte del Governo di misure di contenimento dell’aumento dei prezzi dell’energia, hanno registrato un calo rispetto al 2021 di circa il 23%”.
Il bollettino fornisce alcuni dati interessanti sull’attività doganale dell’Agenzia. Emerge ad esempio come il contributo all’erario del settore Dogane sia cresciuto notevolmente nel 2022 (25,2 miliardi di euro, +37,6% rispetto al 2021) in ragione della crescita del valore tanto dell’import quanto dell’export extra Ue, l’uno aumentato significativamente anche in termini di volumi, l’altro sostanzialmente rimasto costante. Il documento non distingue però fra modalità (portuale, aeroportuale, etc.).
Prima di chiudere con alcuni dati sulla vigilanza, il report evidenzia poi come i prodotti energetici continuino a rivestire un ruolo predominante nell’import mentre macchinari e apparecchi meccanici sono ancora la prima voce dell’export in termini di valore. La Cina guida la classifica dei paesi più rilevanti nei movimenti in importazione e gli Stati Uniti quella degli stati destinazione delle esportazioni.
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