Segnale di ripresa: le portacontainer inattive si affollano nei pressi della Cina
Secondo Bloomberg è un indicatore di una ritrovata fiducia degli armatori in una prossima ripresa del mercato, ma la loro quota continua ad aumentare (6,2%)
Le portacontainer commercialmente inattive sono arrivate a rappresentare a metà febbraio il 6,2% della capacità globale (366 unità, 1,6 milioni di Teu, in aumento di 140mila rispetto a due settimane prima), contro il 4,9% segnato a metà gennaio (260 unità, 1,3 milioni di Teu). Lo dice l’ultimo report di Alphaliner, che nella sua disamina prende in considerazione navi con capacità di oltre 500 Teu. Secondo le rilevazioni di un’altra società di analisi del settore marittimo, ovvero Drewry, la quota di portacontainer ‘ferme’ a febbraio è stata invece pari al 4,1% della capacità di trasporto container marittima globale (per 1,067 milioni di Teu), comunque in crescita rispetto al 3,9% di gennaio.
Quale che sia il metodo di calcolo utilizzato, la quota di navi commercialmente inattive è solitamente utilizzata come un indicatore dell’andamento del trasporto globale, e il suo incremento dovrebbe indurre quindi a certo pessimismo sull’evoluzione degli scambi marittimi.
Una analisi di Bloomberg invita tuttavia a una lettura leggermente diversa, sulla base dell’attuale posizionamento delle portacontainer ferme. La maggior parte delle unità – o più precisamente la maggior parte di quelle che non stanno approfittando di questa fase di mercato debole per affrontare interventi di manutenzione – si trova ora infatti nei pressi della Cina. Una scelta motivata forse dai costi minori ma che, secondo l’agenzia di stampa, si spiega principalmente con la fiducia degli armatori in una prossima ripresa delle esportazioni dal paese e con il loro desiderio di farsi trovare pronti per quando questa si concretizzerà. A suffragare questa tesi ci sarebbe il fatto che buone quantità di portacontainer inattive si trovino nei pressi di Indonesia e Malesia, ovvero nelle vicinanze del porto di Singapore.
Questa visione più ottimista va considerata però anche tenendo conto delle incombenti e massicce iniezioni di stiva attese per questo e per il prossimo anno (2,5 e 2,9 milioni di Teu rispettivamente, secondo Alphaliner). Nuovi ingressi che comunque finora fanno ritenere agli analisti che le portacontainer inattive nel 2023 rappresenteranno comunque il 6% del totale (ovvero 1,5 milioni di Teu, secondo Drewry) o almeno il 5% (1,24 milioni di Teu, per Alphaliner).
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