Utile di 135 Mln $ per d’Amico I.S. nel 2022: “Il migliore risultato di sempre”
Alla base dei risultati straordinari lo scoppio del conflitto in Ucraina e la conseguente salita dei noli abbinata a una strategia commerciale azzeccata con la scelta di puntare sul mercato spot
Grazie a un’ulteriore accelerata dei noli nell’ultimo trimestre dell’anno, il 2022 per la d’Amico International Shipping ha fatto segnare risultati finanziari straordinariamente positivi. “Il miglior risultato finanziario della sua storia” ha sottolineato il presidente e amministratore delegato Paolo d’Amico. Il profitto netto nell’intero anno è stato pari a 134,9 milioni di dollari, rispetto a una perdita netta di 37,3 milioni nel 2021. “Questo miglioramento rispetto allo scorso anno deriva da un mercato delle navi cisterna estremamente forte di cui abbiamo potuto beneficiare a partire dalla fine del primo trimestre del 2022″ ha aggiunto l’armatore romano, aggiungendo che la d’Amico I.S. ha infatti realizzato una media spot giornaliera di ricavi da noli pari a 31.758 dollari nel 2022 contro gli 11.004 dollari dell’anno precedente.
I ricavi totali hanno raggiunto i 334,8 milioni di dollari (erano 175 milioni nel 2021), l’Ebitda è stato di 226,6 milioni (arrivando al 67,7% dei ricavi netti totali) e il debito netto è ora pari a 409,9 milioni di dollari (dai 520,3 milioni di un anno prima). La proposta di distribuzione di dividendi agli azionisti è di 22 milioni di dollari, ovvero 0,0153 dollari per azione.
Paolo d’Amico nel suo commento ai risultati spiega che “nel corso dell’anno, d’Amico I.S. ha intenzionalmente evitato di incrementare la propria copertura con contratti a tariffa fissa, al fine di aumentare la propria esposizione allo spot in un mercato in espansione e caratterizzato da fondamentali molto forti” riuscendo così a “massimizzare i risultati dell’ultimo trimestre dell’anno, raggiungendo un nolo giornaliero base Time-charter complessivo (spot e time-charter) di 38.294 dollari, che ha consentito di generare nel periodo un Profitto netto pari a 72,1 milioni”.
Sulle ragioni di questa impennata dei noli l’esperto armatore riconosce che “a partire dalla fine del primo trimestre lo scoppio della guerra in Ucraina ha avuto un impatto molto significativo per il mercato delle navi cisterna, a causa soprattutto delle inefficienze createsi con lo stravolgimento di alcuni dei principali flussi commerciali e con l’aumento di attività quali il transhipment, unite all’incremento delle distanze medie di navigazione, attribuibile all’importazione dell’Europa di greggio e prodotti raffinati precedentemente acquistati dalla Russia, da aree geografiche molto più distanti e al contempo l’esportazione della Russia di queste stesse merci verso acquirenti asiatici più lontani, principalmente Cina e India”.
Guardando al futuro l’a.d. di d’Amico I.S. afferma che, “nonostante l’incerto quadro macroeconomico e gli attuali rischi di recessione, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, si stima che nel corso dei prossimi mesi e trimestri, il mercato delle product tanker rimanga forte. Qualsiasi possibile riduzione della domanda in queste regioni, dovrebbe essere più che compensata da un forte incremento dei consumi in Asia e soprattutto in Cina, trainati dalla piena riapertura della propria economia. Rimaniamo – conclude – estremamente positivi anche rispetto alle prospettive di lungo-termine della nostra industria, in cui intravediamo fondamentali molto solidi sia dal lato della domanda che dell’offerta”. Questo perché “lo storico e importante processo di dislocazione della capacità di raffinazione lontano da alcuni dei centri chiave di consumo (Europa, Usa e Australia), verso principalmente l’Estremo e il Medio Oriente, contribuirà in modo molto positivo alla domanda, misurata in tonnellate-miglia, per le product tanker. Si stima inoltre che nei prossimi anni la crescita dell’offerta di tonnellaggio sia molto limitata”.
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