Una “sola grande acquisizione” nel mirino di Kuehne Nagel
I piani di espansione della società sono stati delineati dal suo amministratore delegato Stefan Paul
L’acquisizione di un solo grande operatore multichannel, l’espansione in diversi mercati in cui è già presente, il ruolo della Cina come fabbrica del mondo.
Sono i tre temi su cui si è concentrato l’interesse del Wall Street Journal nella sua intervista all’amministratore delegato di Kuehne Nagel Stefan Paul. Pur con molta cautela, e senza fornire troppi dettagli, il manager ha risposto alle domande della testata parlando a grandi linee dei piani di espansione della società.
Per quel che riguarda il trasporto marittimo, K+N, ha detto Paul, si concentrerà su “15 paesi o rotte”, non precisati, nei quali la società ha una quota di mercato limitata o comunque vede margini di crescita. Tra le aree su cui rivolgerà le proprie mire ci saranno senz’altro gli Stati Uniti, la Corea del Sud e il Giappone.
A terra, ovvero nell’ambito della contract logistics, lo sviluppo invece si concentrerà su due segmenti promettenti: quello dell’healthcare, dove Kuehne Nagel già gode di una buona posizione, e quello dell’e-commerce, per sviluppare il quale negli Usa non esclude operazioni di M&A.
Il tema ‘acquisizioni e fusioni’ però è stato approfondito ulteriormente. Pur non commentando la recente dichiarazione del patron (e socio di maggioranza, con il 53%) Klaus-Michael Kuehne, che alla stampa tedesca aveva detto di valutare l’acquisizione di Db Schenker, qualora questa fosse messa sul mercato, Paul ha detto di puntare a “una sola grande acquisizione”, e non molteplici, nel segmento del fullfillment multicanale.
L’ultimo punto chiave su cui l’amministratore delegato di Kuehne Nagel si è espresso è stato il ruolo della Cina. In linea con quanto dichiarato allo stesso Wsj dalla collega Marie-Christine Lombard, numero uno di Geodis, il manager si è detto convinto che il paese resterà la manifattura del mondo proprio perché ha “la migliore infrastruttura, la migliore configurazione”. Quello a cui si assisterà, piuttosto, sarà la ricerca di diversificazione da parte delle imprese e quindi l’affiancarsi di altri paesi come fonti di approvvigionamento. Tra questi il Vietnam, l’India, ma anche l’Indonesia che pure secondo Paul si “assicurerà una certa quota”.
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