Nuovo concessionario a Cagliari e confronto pubblico per il fotovoltaico flottante a Porto Torres
Il progetto in Nord Sardegna prevede di installare 30 ettari di pannelli solari fuori dalla diga foranea dello scalo. A sud proposto insediamento per l’eolico offshore
Si è aperta un paio di giorni fa la consultazione del pubblico relativamente al progetto di realizzazione del primo impianto fotovoltaico flottante, da installare, nelle intenzioni del proponente, di fronte al porto industriale di Porto Torres.
L’iniziativa è di Ep Produzione, società facente parte del gruppo ceco dell’energia Eph, già controllante della Fiume Santo Spa che gestisce l’omonima centrale elettrica a carbone presso Porto Torres ed è concessionaria della diga foranea e di una banchina per l’attracco delle navi carboniere per l’approvvigionamento dell’impianto: “L’impianto fotovoltaico off-shore in progetto sarà installato al di fuori della diga foranea del porto industriale di Porto Torres, avrà un’estensione di circa 30 ha, interamente a mare, e verrà connesso tramite cavidotto alla sottostazione FS Olio a 150 kV ubicata in località Cabu Aspru, nel comune di Sassari, all’interno del perimetro della centrale termoelettrica gestita dalla Fiume Santo S.p.A” si legge nella documentazione depositata per le osservazioni nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale presso il Ministero dell’Ambiente. Inoltre “l’impianto fotovoltaico galleggiante potrà essere accoppiato ad un sistema di stoccaggio del tipo a batterie, con capacità di accumulo fino a 200 MWh, da realizzarsi all’interno della centrale termoelettrica di Fiume Santo”.
La locale Autorità di Sistema Portuale, intanto, ha recepito istanza per tutt’altro genere di progetto, riguardante questa volta il territorio di Cagliari. Nuova Impresa Costruzioni Manutenzioni Industriali Srl (Nicmi), impresa metalmeccanica con sede ad Assemini (Ca), ha infatti chiesto la concessione demaniale marittima per 20 anni di un’area scoperta di quasi 150mila mq nel Porto Canale di Cagliari, su cui realizzare un capannone industriale e fabbricati, da destinare ad uso produttivo e industriale.
In particolare, si legge nell’istanza, la società vorrebbe “creare un polo metalmeccanico di livello internazionale in cui realizzare anche progetti inerenti l’eolico off-shore, impianti su skid per la cattura della CO2 e la produzione di idrogeno. L’iniziativa imprenditoriale prevede la realizzazione di un opificio comprensivo di spazi idonei ad ospitare i semilavorati, che consenta la consegna sia delle materie prime che dei prodotti finiti di eccezionali dimensioni direttamente alla banchina sfruttando il sistema di trasporto via mare su rotte internazionali”.
Nicmi, si apprende dall’istanza, intende avvalersi dei benefici della Zona Economica Speciale in cui ricade l’area richiesta e del regime della Zona Franca Doganale interclusa, “impegnandosi ad effettuare fare tutti gli adeguamenti necessari, in riferimento anche all’accesso al lotto, nel momento in cui questa risulterà operativa”. L’investimento previsto è di 14,15 milioni di euro.
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