Barbazza dice no ai riempimenti e agli ampliamenti del porto di Genova verso Ponente
Il presidente del Municipio VII Ponente Genova si oppone alle ipotesi di estendere il terminal container di fronte a Pra’, di trasferire le navi cisterna su una nuova diga e ricollocare le riparazioni navali a Sestri Ponente
Contributo a cura di Guido Barbazza *
* presidente Municipio VII Ponente Genova
Il bozzetto di ipotetico Piano Regolatore Portuale per il Porto di Pra’ pubblicato nei giorni scorsi (da SHIPPING ITALY) ha riportato con brutale violenza alla memoria il disastro ambientale e sociale di poche decine di anni fa generato dalla sua costruzione.
La sparizione, sotto una insana discarica, di uno specchio acqueo cristallino e pescoso, di oltre tre chilometri di bellissima spiaggia, degli stabilimenti balneari, dei cantieri navali centenari, dei pescatori e delle loro lampare. Lo sconvolgimento di un’intera comunità violentata nell’identità, nell’essenza, negli interessi, con enormi danni per la svalutazione degli immobili, per la chiusura degli alberghi, dei ristoranti, dei negozi.
E poi la fatica immane per i Cittadini di dover combattere per decenni per la Fascia di Rispetto e per il POR Pra’ Marina, “compensazioni” arrivate tardi e male, e comunque a coprire solo in parte le necessità. E infine, una volta che il porto ha cominciato a funzionare davvero, a subire il pesante inquinamento atmosferico ed acustico di una infrastruttura ottusamente concepita troppo vicina alle abitazioni, in tempi in cui paesi sicuramente più attenti alla qualità della vita dei propri cittadini realizzavano opere di ben altro stile.
E’ perciò triste e sconcertante vedere, nel momento in cui si potrebbe, con intelligenza, buon senso, condivisione, attenzione alle persone e all’ambiente oltre che alla portualità, suturare e cicatrizzare una volta per tutte la ferita ancora aperta e sanguinante, una proposta inqualificabile che, giocando sul “non si andrà a ponente del Rio San Giuliano” vorrebbe aggiungere un ulteriore pesante “carico portuale” portandolo ad una concentrazione di intensità immane, sempre e solo sullo stesso martoriato litorale di Pra’, ed in particolare su quello del Sestiere di Palmaro.
Schiacciando la spiaggia di Voltri in una morsa mortale. Portando navi petroliere davanti alle abitazioni e alle ville di Pegli Lido. E, “dulcis in fundo”, portando a Multedo le “riparazioni navali”, da anni oggetto di proteste da parte dei quartieri del centro genovese che le fronteggiano e le vorrebbero allontanate, secondo una iniqua visione di trasferire servitù, negatività ed attività inquinanti nel Ponente, peggiorando ulteriormente una situazione già molto critica.
Pertanto è per me un dovere morale, in qualità di Cittadino, prima ancora che di Presidente del Municipio, esternare la mia totale contrarietà all’ipotesi pubblicata, che proietta anche luci fosche ed ulteriormente preoccupanti sulla triste e sconcertante vicenda dei “cassoni”, rinnovando ulteriormente la richiesta del Municipio di non realizzare il cantiere prospettato nel Bacino Portuale di Pra’, di fronte a Pegli Lido, selezionando altri siti più opportuni e lontani dalle zone abitate e ad alta frequentazione, peraltro disponibili.
E, prima anche solo di immaginare alcun tipo di intervento sulla piattaforma portuale, per giustizia e “par condicio cittadina”, prolungare subito dune e ciclo-pedonale lungo tutto il lato di levante del Sesto Modulo ed estendere il Canale di Calma e la Fascia di Rispetto fino al Rio San Giuliano, realizzando così il “Porto Isola”, “Waterfront di Ponente”.
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