Le ultime novità sulla raccolta dei rifiuti dalle navi sotto esame al Propeller Club di Livorno
Le criticità nascono dalla rapida elaborazione del Decreto legislativo 197 per rispondere alla procedura di infrazione che aveva in corso il nostro Paese per il ritardo nell’adeguarsi alle richieste della direttiva comunitaria 883 del 2019
Criticità e opportunità provenienti dalla ‘nuova’ norma (decreto legislativo 197 del 2021) che regola il tema della raccolta nei porti dei rifiuti prodotti dalle navi è stato il tema al centro di convegno organizzato dal Propeller Club di Livorno presieduto da Maria Gloria Giani Pollastrini.
Le criticità – è emerso – perlopiù nascono dalla rapida elaborazione del D.L. 197 dovuta alla necessità di rispondere alla procedura di infrazione che aveva in corso il nostro Paese per il ritardo nell’adeguarsi alle richieste della direttiva comunitaria 883 del 2019. “I tempi ristretti non hanno consentito ai legislatori di tener conto di molti apporti fra i quali anche quelli del R.A.M. – reparto ambientale marino del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica” ha informato il C.V. (C.P.) Francesco Tomas, capo di questo reparto. Tomas ha poi spiegato che le pratiche dei rifiuti, prima gestite unicamente dall’autorità marittima, con la nuova norma venivano condivise con le autorità di sistema portuale, ma con poca chiarezza in ambito di competenze e con modalità farraginose.
“Il lavoro di R.A.M. per rispondere alle esigenze segnalate dall’utenza – ha aggiunto Tomas – si è avvalso della grande collaborazione con Assoporti e infine è riuscito a riportare, perlomeno nelle competenze, la sicurezza che sarà l’Autorità marittima a dirimere i procedimenti che attengono alle esenzioni, deroghe e quant’altro (come previsto dal precedente D.L. 182) oltre a portare un po’ di chiarezza nel sistema tariffario. In parallelo – ha proseguito il comandante – abbiamo condiviso con il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, insieme al cluster marittimo – una bozza di decreto interministeriale sulle segnalazioni di inadeguatezze delle strutture di accoglienza dei porti”.
Moderati dalla presidente Giani Pollastrini e dal consigliere Luca Brandimarte si sono susseguiti gli interventi fra i quali quello di Cinzia De Luca dell’Adsp livornese che insieme all’Autorità Marittima ha individuato una soluzione prima dell’approvazione del piano di gestione dei rifiuti per rispondere alla principale esigenza dell’utenza che chiedeva il rilascio dei certificati di esenzione. Certamente – ha spiegato la De Luca – la questione resta spinosa perché l’Adsp deve contemperare l’esigenza dell’utenza con quella del concessionario, che è quella di garantire la competitività e la sostenibilità del porto e in porti come quello di Livorno, dove i traffici di linea sono notevoli, si rischia di non rendere sostenibile il servizio. Dopo varie consultazioni avute con le utenze, insieme all’Autorità marittima, è stato stilato e approvato nei tempi previsti il piano di gestione dei rifiuti che prevede un’esenzione da tariffa nella modalità per cui una nave che non scelga Livorno come porto di conferimento ma abbia un’esenzione rilasciata in un altro porto di sistema arrivi a Livorno con un’esenzione da notifica, conferimento e tariffa. Laddove invece la nave si trovi obbligata a conferire ai sensi del regolamento comunitario, che impone stringenti limiti alla capacità di stoccaggio, dovrà pagare la tariffa indiretta (maggiorata, secondo il principio che non ha consentito al concessionario di prevedere l’esecuzione di questo servizio). De Luca ha esortato a porre comunque grande attenzione a risvolti e ricadute sulla questione ‘esenzione’ dato che il regolamento comunitario prevede che con il raggiungimento del 25% della capacità di stoccaggio della nave questa sia obbligata a conferire.
Anche da parte di Gennaro Fusco della Direzione Marittima di Livorno c’è stata la conferma di aver percorso una fase difficile nella quale l’ente si è adoperato nel verificare la capacità di stoccaggio delle navi per fornire il parere all’Adsp che su quella base ha potuto rilasciare i certificati di esenzione. Questo per non penalizzare l’utenza ed evitare – grazie anche alla fattiva collaborazione con la port authority – il blocco del sistema.
Da Francesco Tomas è stato poi ricordato che nella piattaforma Tethis plf gestita da Emsa, accessibile da ogni parte del mondo, sono indicate tutte le port reception facility dei porti e che questa trasparenza consente a chiunque di sapere se un determinato porto è o meno in grado di gestire un certo tipo di rifiuti, con ciò determinando la concorrenzialità fra i porti.
“Su questo punto si giocherà anche la capacità dell’operatore concessionario di adattarsi all’evoluzione del mercato per trarne opportunità – ha ricordato Luca Brandimarte – già una multinazionale italiana che ricava energia dalla plastica inizia a guardare il mondo portuale per capire se la gestione degli impianti di raccolta di questo materiale in maniera efficiente nei porti rappresenti un business interessante”. Un tema che, naturalmente, si intreccia con quello dei tempi delle concessioni delle aree nei porti.
Dal lato porti turistici è intervenuto l’ammiraglio Stefano Porciani, consigliere di Marina Cala de Medici. Informando che la norma non viene applicata ai porti turistici Porciani ha sottolineato la gravità di questa mancanza che non consente di rispettare gli obiettivi fissati dalla Commissione nell’emanare la nuova direttiva diretta all’economia circolare e alla riduzione dei rifiuti, e che indica le imbarcazioni della nautica da diporto fanno potenzialmente parte dei fattori che provocano inquinamento. Porciani ha evidenziato la necessità della predisposizione dei piani di raccolta in questi ambiti per soddisfare la riduzione dei rifiuti in mare come peraltro richiede l’utenza, particolarmente sensibile, dei porti turistici. “Fondamentale sarà l’elaborazione di un regolamento autonomo per i porti turistici – ha spiegato a questo proposito Matteo Italo Ratti, presidente del Consorzio Marine della Toscana, presente in sala – senza il quale i porti devono sottostare alla volontà dei comuni e sopportare la frustrazione di dover conferire i rifiuti differenziati in un unico contenitore. Il regolamento dovrà essere proporzionale alla tipologia di porto, tenere conto dell’economicità per permetterne la crescita e creare competitività con i porti stranieri”.
Anche Fabrizio Palombo dell’omonima Agenzia Marittima, relatore in rappresentanza dell’utenza, ha sottolineato l’importanza di rispondere all’esigenza degli armatori di poter scaricare i rifiuti di bordo non trascurando l’economicità di questi servizi tenendo in considerazione che nei piccoli porti il lavoro è prettamente estivo e le tariffe non possono prescindere da questo aspetto. Dai vari interventi, anche degli ospiti in sala, è emerso chiaramente che la questione dei rifiuti dovrà essere gestita correttamente e per questo occorreranno regolari pagamenti dei servizi, osservando anche un principio di equità dato che non tutti i porti hanno le stesse caratteristiche e capacità.
La conclusione dell’incontro è stata che, nonostante le ovvie difficoltà nel mettere in pratica un nuovo sistema di gestione dei rifiuti come richiesto dall’Europa, se ne riconosce unanimamente il valore in quanto tende comunque al rispetto dell’ambiente, alla qualità del servizio e, nell’incentivare il gestore dell’impianto a migliorare se stesso, migliora di conseguenza tutto il sistema.
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