Da giugno la Eco Savona di Grimaldi sperimenterà la guida autonoma in porto a Livorno
Il progetto comunitario 5GMASS, finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea sarà realizzato da un consorzio di soggetti di cui fanno parte Tim, Cnit, FlySight, Cetena e Grimaldi Group
Nell’ambito del progetto comunitario 5GMASS, finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (European Space Agency – Esa) e realizzato da un consorzio di soggetti (di cui fanno partw Tim, Cnit, FlySight, Cetena e Grimaldi Group), il porto di Livorno è stato individuato come il banco di prova ideale per testare i progressi raggiunti nell’automazione dei processi logistici e delle connessioni tra la nave e il porto. In concreto sarà la nave ro-ro Eco Savona (salvo cambi di programma dell’ultima ora) a sperimentare dal prossimo giugno fino ai primi mesi del 2024 l’approdo in banchina a guida autonoma (a controllo remoto e potenzialmente, in futuro, senza equipaggio a bordo).
Durante un convegno appositamente organizzato a Livorno è emerso che la scelta dello scalo toscano va ricercata nel successo riscontrato in questi anni dalle sperimentazioni condotte in ambito portuale da Ericsson e Cnit nel campo del 5G. La tecnologia mobile di ultima generazione è sbarcata in porto nel 2018, grazie all’attivazione di alcune celle, ed oggi è arrivata a un grado di maturità tale da permettere a Livorno di assumere il ruolo di apripista nella definizione di modelli informativi portuali focalizzati non soltanto sulla integrazione tra la strada e il sistema portuale ma anche tra lo stesso sistema portuale e le linee di navigazione.
Il prossimo step, dunque, sarà quello di usare la connettività digitale avanzata per comunicare con una nave e, nel caso di specie, con una moderna nave ro-ro della flotta Grimaldi Euromed, che sarà equipaggiata da sensoristica aggiuntiva e integrata alla rete 5G del porto.
Al workshop ha preso parte anche la Guardia Costiera con il capo del Reparto Sicurezza della Navigazione e Marittima del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, l’ammiraglio ispettore Luigi Giardino e direttore marittimo della Toscana, l’ammiraglio Gaetano Angora.
A Tim spetterà il compito di installare nello scalo portuale livornese la nuova Rete 5G privata, in grado di viaggiare a una velocità di connessione di 10 gigabit al secondo.
Durante le sperimentazioni la nave di Grimaldi riceverà direttamente dalla Stazione di Controllo Remoto, già installata nella sede del Cnit di Livorno, presso la Dogana d’Acqua, informazioni strategiche di vario genere, come l’accesso al dataset delle condizioni meteo e dati valutativi sulla fattibilità di ingresso in porto. Anche i piloti verranno coinvolti nell’esperimento, avendo un ruolo importante nel mantenimento delle condizioni di sicurezza durante la navigazione della nave.
Grazie a questa sperimentazione Livorno sarà in grado di proporsi come pioniere nell’ambito dell’applicazione della nuova tecnologia mobile alle operazioni nave/terminal, così come sottolineato durante i loro interventi anche da Paolo Vannuzzi Innocenti di Tim e da Riccardo Mascolo di Ericcsson.
I benefici della navi a guida autonoma (all’inglese Mass ovvero Maritime Autonomous Surface Ship) sono stati elencati dal responsabile di Grimaldi, Cosimo Cervicato: “La navigazione autonoma aumenta gli standard di sicurezza delle manovre di accosto di una nave, favorendo anche l’accorciamento dei tempi di ingresso e uscita dal porto” ha detto. “Se fossimo in grado di ridurli di 15 minuti, potremmo arrivare a ridurre la velocità di navigazione, con un abbattimento importante delle emissioni di Co2”.
Il segretario generale dell’Adsp livornese Matteo Paroli concludendo il workshop ha detto: “Tutto quello che abbiamo visto sembra fantascienza ma la navigazione autonoma è già una realtà. I benefici sono tanti ma tante sono anche le sfide”.
Secondo Paroli “le questioni sottese alle navi autonome sono molteplici e attengono, ad esempio, ai profili di responsabilità, al ricorso ai servizi tecnico nautici, al soccorso. E pongono problemi nuovi in punto di equipaggio e di comandante. Dovremo rivedere la normativa nazionale e internazionale in materia di diritto del mare per adeguarci alle trasformazioni in atto. La tecnologia corre e il mondo del diritto deve riuscire a correre con la stessa velocità se non vogliamo che certe limitazioni normative ci costringano ad abbandonare una capacità tecnologica, di studio e di analisi che ci rende oggi una eccellenza a livello europeo”.
N.C.
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