Rixi: “Possibile intervento ad hoc sulle concessioni portuali”
Annuncia il varo della riforma portuale entro un anno e ventila anticipazioni parziali per sbloccare l’impasse Pnrr. Per il viceministro nessun problema dall’altezza del ponte sullo Stretto
Genova – Intervenuto a Genova in occasione della presentazione dello sviluppo ferroviario della rete portuale, il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi è stato chiamato in causa anche in merito a due dei dossier più attuali della sua scrivania.
Il primo è quello delle riserve che la Commissione Europea avrebbe avanzato sul cosiddetto regolamento concessioni, riserve impattanti peraltro sul pagamento di una tranche da 19 miliardi di euro del Pnrr: “Abbiamo interlocuzioni quotidiane, Bruxelles insiste in particolare sulla necessità che siano enti terzi a gestire l’assentimento delle concessioni. Un’ipotesi che stiamo vagliando è quella di affiancare all’Autorità di Regolazione dei Trasporti un’altra Authority. È ancora da vedere se sarà necessario intervenire subito o se potremo farlo organicamente nella riforma sulla governance portuale che, inserita fra gli obiettivi del prossimo Def, chiuderemo entro l’estate del 2024. Con essa contiamo di metter fine ai rilievi europei sui nostri porti, che scaturiscono in sostanza dalla natura di enti pubblici non economici delle nostre Autorità portuali, enti economici a tutti gli effetti nella visione di Bruxelles”.
Altro tema scottante è quello del Ponte sullo Stretto e della sua altezza massima, dal momento che le navi da crociera di ultima generazione (ad esempio Msc World) sono più alte e che le portacontainer da 24mila Teu possono arrivare a quasi 60 metri, cui va aggiunto l’effetto dell’onda in caso di mare: “Al netto che le unità più moderne hanno sistemi di abbattimento dell’altezza delle antenne – ha risposto Rixi – per le crociere il limite esiste, ma credo stia alle compagnie organizzare gli itinerari in modo, laddove sia necessario, circumnavigare la Sicilia. Per le portacontenitori non ci sono invece problemi: nel canale di Suez il ponte più basso è di 60 metri, eppure le navi ci passano. Idem sui Dardanelli. E per giunta qui non parliamo di uno stretto che chiude il Tirreno, già oggi parte del traffico passa comunque a ovest della Sicilia”.
A.M.
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