Il portafoglio ordini delle Lng tanker è salito al 50% della flotta esistente
Il numero delle commesse nel settore Gnl, trascinato dalla situazione geopolitica, ha toccato livelli record. Ma i prezzi hanno fatto altrettanto e il trend potrebbe stopparsi
Secondo gli ultimi dati di Clarksons Research, il portafoglio ordini di nuove navi che trasportano gas naturale liquefatto equivale attualmente a un “moderato” 10% della capacità esistente, anche se varia significativamente a seconda del settore. Il rapporto tra portafoglio ordini e flotta esistente è pari ad appena il 4% per le navi cisterna, il 7% per le bulker, il 29% per le portacontainer ed è a un massimo storico del 50% per quel che concerne le metaniere.
Commentando il portafoglio ordini del Gnl, Andrew Craig-Bennett, editorialista per Splash247, ha osservato che “le ragioni degli ordini di Gnl sono sotto gli occhi di tutti: una vera e propria sostituzione dei gasdotti con le miglia marine, che probabilmente sarà permanente, dato che le navi permettono di scegliere i fornitori, e il mondo si sente molto meno sicuro ora”.
Negli ultimi due anni, il grande attivismo degli armatori di navi portacontainer e gasiere ha escluso le shipping company di cisterne e di rinfuse secche dal rinnovo delle loro flotte, ma la situazione potrebbe cambiare.
La società di brokeraggio navale Braemar ha rilevato la scorsa settimana come i prezzi delle nuove costruzioni Gnl abbiano raggiunto i massimi storici, con 259,5 milioni di dollari per una nave standard, cifre che stanno inducendo alcuni armatori dall’ordinare altre navi. L’ultimo rapporto di Braemar sul mercato del Gnl ha rilevato segnali di riduzione degli ordini nelle ultime settimane a causa di queste dinamiche di prezzo, che hanno impattato anche sulle commesse di natura puramente speculativa. Braemar prevede che la flotta mondiale di Gnl si espanderà del 36% da qui al 2027.
Maersk Broker riferisce che ora non ci sono slot per nuove costruzioni disponibili nei cantieri per il 2025 e per la maggior parte della prima parte del 2026: “Di conseguenza, non riteniamo che i cantieri siano molto flessibili sui prezzi e sui termini di pagamento nel breve e medio termine” ha osservato il broker in un rapporto pubblicato venerdì.
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