Come (e quanto) sono cambiati i traffici dei porti italiani dal 2019 al 2022
L’anno scorso il totale di tonnellate movimentate sulle banchine del nostro Paese è stato pari a 490 milioni ma ‘scartando’ il transhipment i livelli pre-pandemia ancora non sono stati riconquistati
Assoporti ha appena reso pubbliche le statistiche sui porti italiani nel 2022 che, con oltre 490 milioni di tonnellate movimentate, hanno visto crescere del 1,9% le merci imbarcate e sbarcate rispetto al 2021 ma soprattutto sono tornati ai livelli pre-pandemia (nel 2019 erano 489,3 milioni le tonnellate movimentate). A onor del vero non è proprio tutto ora quello che luccica perché, se il valore consuntivo dei traffici viene depurato ad esempio dal traffico container in trasbordo (il porto di Gioia Tauro nel 2022 ha ‘pesato’ per 41,4 milioni di tonnellate mentre nel 2019 per 28,8 milioni), si scopre che il vero flusso di merci in import ed export transitato per le banchine italiane scende per l’anno scorso a 448,7 milioni di tonnellate mentre nel 2019 era stato di 460 milioni di tonnellate (lo stesso metodo di calcolo andrebbe applicato anche ad altre merceologie). Il trend di ripresa è comunque evidente e in atto anche se al 31 dicembre scorso mancavano almeno 10 milioni di tonnellate di merci per poter dire di essere tornati ai livelli pre-pandemia.
Archiviata l’emergenza Covid-19, nel frattempo gli scambi commerciali hanno dovuto fare i conti con lo scoppio del conflitto militare in Ucraina che ha ridisegnato alcune rotte e modificato l’origine, destinazione e i volumi trasportati di diverse merceologie.
Analizzando i singoli comparti che compongono il quadro delle statistiche si apprende che l’anno scorso le rinfuse liquide imbarcate e sbarcate nei porti italiani sono state pari a 169.016.474 tonnellate, in crescita del 3,2% rispetto ai 163.796.753 del 2021 (nel 2019 erano però 182.808.394 tonnellate).
Le rinfuse solide nei dodici mesi terminati il 31 dicembre scorso erano state 61.071.582 tonnellate, il 7,3% in più rispetto ai 56.937.187 di tonnellate del 2021 (quindi il 2022 è stato superiore anche al 2019 quando il totale dry bulk fu di 59.661.023 tonnellate).
Quanti ai carichi containerizzati, nel 2022 il totale è stato come detto pari in generale a 119.545.393 tonnellate, un valore in crescita del 2,2% rispetto a 117.012.862 tonnellate del 2021 ma superiore al 2019 (quando il totale delle tonnellate fu di 111.302.797 senza distinzione fra traffico gateway e in trasbordo).
In termini invece di Teu il totale 2022 è stato pari a 11.570.173 (confermando le stime di inizio anno di SHIPPING ITALY), un dato in crescita del 1,9% rispetto ai 11.359.576 Teu del 2021 e anche ai 10.783.675 Teu del 2019. Aumentato di un modesto 2,3% il traffico ‘hinterland’ (import/export) che l’anno scorso ha raggiunto 7.360.042 Teu mentre nel 2021 era stato di 7.195.512 Teu (e nel 2019 era pari a 7.210.640 Teu), così come limitata (+1,1%) è stata la crescita del transhipment dai 4.164.064 Teu del 2021 ai 4.210.131 Teu del 2022 (3.573.035 Teu nel 2019). Gioia tauro da sola ha fatto segnare un +5,5%.
Per ciò che riguarda i carichi rotabili (ro-ro) l’anno passato è andato in archivio con 120.850.121 tonnellate, un -1,5% rispetto ai 122.694.447 del 2021, ma un deciso passo avanti rispetto ai livelli pre-pandemia (112.189.824 tonnellate). Anche in termini di ‘pezzi’ imbarcati e sbarcati il comparto ro-ro nei porti italiani è cresciuto dai 5.618.282 carichi rotabili del 2019, ai 6.146.848 del 2021 ai 6.429.257 del 2022.
Ancora al di sotto del periodo pre-Covid sono le altre merci varie (ovvero i traffici break bulk) che nel 2019 valevano 23.368.829 tonnellate, nel 2021 erano state 20.360.044 tonnellate e l’anno scorso 19.664.663 tonnellate.
Idem dicasi per il traffico passeggeri nei porti italiani che nel 2019 valeva genericamente 67.563.685 passeggeri, di cui 11,9 milioni crocieristi, 17,9 milioni imbarcati su traghetti e 37,6 milioni relativi a traffici locali di corto cabotaggio. Nel 2022 il totale dei passeggeri era stato di 61.356.017 milioni (+41,5% rispetto al 2021), di cui 9.017.272 milioni di crocieristi (+263%), 17.000.899 milioni sui traghetti (+26,4%) e 35.337.846 viaggiatori su rotte locali (+28,8%).
Assoporti nella sua nota sottolinea che anche nel 2022 il sistema portuale italiano si è confermato a vocazione multipurpose: “I nostri porti hanno gestito rinfuse liquide per 169 milioni di tonnellate, ro-ro per 120,9 milioni, container per 119,5 milioni, rinfuse solide per 61,1 milioni e ‘altre merci’ per 19,7 milioni. Inoltre, hanno visto la movimentazione di oltre 61,4 milioni di passeggeri di cui 9 milioni erano croceristi”.
Sempre l’associazione delle port authority evidenzia per l’Italia la forte ‘dipendenza’ dal mare del commercio internazionale: “Il 39% dell’import – export avviene via nave per un valore di 377 miliardi di euro; l’interscambio marittimo ha mostrato una ripresa molto solida nel 2022, con un + 38%, 10 punti percentuali in più rispetto alla performance dell’interscambio nel suo complesso”.
Le prime cinque categorie di merci in entrata nel Paese via mare concentrano il 72% dell’import marittimo (oil & gas; metalli; macchinari; prodotti chimici e tessile e abbigliamento) mentre le prime cinque categorie di merci in uscita dal Paese via mare concentrano il 76% dell’export marittimo (macchinari; prodotti raffinati; prodotti chimici mezzi di trasporto; alimentari e bevande). La Cina si conferma il primo fornitore per l’Italia: rappresenta un quinto delle merci in entrata via mare nel nostro Paese. Gli Stati Uniti si confermano un grande mercato di sbocco per l’export italiano via mare: un quarto delle nostre merci in uscita su nave sono dirette nel Paese nordamericano.
‘Port Infographics’ 2023 pubblicato da Assoporti e Srm: https://www.assoporti.it/it/associazione/comunicazione/notizie/port-infographics-2023/
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