Adsp e sindacati chiedono una proroga di almeno un anno della Taranto Port Workers Agency
Una nota spiega che le speranza di assorbimento dei 352 lavoratori ancora da ricollocare è appesa alle prime otto iniziative d’impresa che, grazie all’istituzione della Zes, si stanno insediando nel sedime portuale
Una nota congiunta dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio (Taranto) unitamente alle sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti rappresentanti dei lavoratori portuali interviene sul tema della nuova agenzia per il lavoro ex art. 17 comma 5 che nelle intenzioni dovrebbe nascere (trasformarsi) in parallelo alla scadenza dell’attuale Taranto Port Workers Agency (Tpwa). Quest’ultima, come ricorda la nota stessa, “è stata istituita l’8 settembre 2017, ai sensi dell’art.4 del Decreto Legge 20 Dicembre 2016 n. 243, come convertito con modificazioni dalla Legge 27 Febbraio 2017, n°18, con lo scopo attribuitole dalla norma richiamata, di ricollocazione previa eventuale riqualificazione dei lavoratori in esubero dall’allora terminalista ex art. 18 (della Legge 84/94) TCT”.
Port authority e sindacati precisano che “la stessa è stata prorogata al 7 marzo 2024, a seguito delle modifiche intervenute, con la Legge 30 dicembre 2021 n° 234 e la stessa Legge riporta la modifica del comma 7 dell’art 4, disponendo l’impegno di spesa per l’IMA per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Ciò in quanto i lavoratori iscritti all’agenzia, nelle more della ricollocazione, nelle giornate di mancato avviamento al lavoro, percepiscono l’IMA, una indennità di mancato avviamento, equiparata al trattamento di integrazione salariale CIG”.
La Tpwa ha anche la possibilità di fornire manodopera temporanea alle imprese portuali per i loro fabbisogni extra e per fornire la necessaria flessibilità del lavoro portuale. La ricostruzione della vicenda ricorda poi che “la legge 84/94 non consente all’interno dello stesso porto, l’esistenza di due agenzie di fornitura di manodopera temporanea pertanto, considerata l’esistenza anche dell’operatore ex art.17 comma 2 del porto di Taranto, la richiesta di manodopera per lo svolgimento delle operazioni portuali transitano attraverso tale soggetto e quest’ultimo, qualora non abbia personale sufficiente per far fronte alla fornitura di lavoro portuale temporaneo, si rivolge alla Tpwa”.
L’attuale operatore ex art. 17 (la società consortile Nuova Neptunia) aveva la autorizzazione in scadenza ad aprile 2021 “salvo poi aver ottenuto per decreto legato all’emergenza Covid, una proroga di 24 mesi traguardando il mese di aprile 2023”.
Fino ad oggi per vari fattori (“la sempre più limitata operatività dell’acciaieria di Taranto, l’emergenza pandemica prima e la perdurante questione del conflitto in Ucraina”) la ripresa delle attività marittimo-portuali “ha molto rallentato il processo di ricollocazione dei lavatori, oltre a rallentare gli insediamenti di nuove attività di impresa che avrebbero potuto accelerare lo ‘svuotamento’ delle liste della Tpwa”.
A Gennaio 2023, dai 560 lavoratori originariamente iscritti, l’agenzia contava 352 lavoratori ancora in pancia, “avendo di fatto – e nonostante tutto quanto sopra – agevolato e consentito la ricollocazione di oltre 200 lavoratori con competenze di alto livello in materia portuale”.
Adsp e sindacati rilevano che “sarebbe risultata quindi in questa fase, assolutamente irricevibile da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la richiesta ad aprile 2023 di trasformazione della TPWA in agenzia ex art.17 comma 5 con 352 lavoratori in carico, oltremodo perché a questi sarebbe stata dovuta la indennità IMA ‘ordinaria’, ossia quella che attinge i fondi dallo stesso Ministero su base nazionale e con un numero di operatori assolutamente sproporzionato rispetto alle immediate e contestuali esigenze del porto”.
Per queste ragioni i soggetti coinvolti “hanno condiviso di chiedere nulla osta al Mit per la costituzione di un’agenzia ex art. 17 comma 5 con l’AdSP come capofila e gli operatori portuali ex art. 16 come soci e con quote di partecipazione, con il fine di proseguire nella fornitura di manodopera temporanea previo il recupero dei 7 lavoratori già in forza all’operatore uscente, il tutto descritto e scandito da uno specifico business plan triennale”.
Tale costituenda agenzia “avrà la possibilità, previo un apposito accordo sindacale, di attingere per le richieste di manodopera eccedente le unità disponibili dai lavoratori iscritti nella Tpwa fino alla sua scadenza naturale”. La nota firmata dai rappresentanti sindacali e dall’Adsp presieduta da Sergio Prete conclude annunciando che, “alla luce delle scadenze sopra citate, della validità della Tpwa e della sussistenza della relativa clausola sociale, che fa il pari con la scadenza del finanziamento delle indennità Ima previsto attualmente per dicembre 2023, si è già avviato parallelamente all’iniziativa sopra esposta, un percorso di confronto con gli esponenti politici locali e nazionali per l’ottenimento di un’ultima proroga di almeno 12 mesi dello strumento, garantendo anche un’ultima proroga dei relativi finanziamenti”.
“Questo lasso di tempo ulteriore – si legge ancora – servirà per l’avvio operativo delle prime otto iniziative d’impresa che, grazie alla costante ed evidentemente efficace promozione (con possibile nocumento della contro informazione) nonché al grande lavoro svolto per l’istituzione della Zes, si stanno insediando nel sedime portuale e dai cui piani operativi si palesa un fabbisogno occupazionale che potrà, insieme all’operatore terminalista, facilmente assorbire le maestranze ancora afferenti alla Tpwa”.
Quanto sopra descritto, consentirebbe nel breve termine la concreta e definitiva finalizzazione del Decreto 20 dicembre 2016 n° 243 che, ad oggi, ha rappresentato e rappresenta ancora, l’efficace strumento di politica attiva del lavoro generato nel nostro paese.