La logistica italiana presente al bilaterale per la ricostruzione dell’Ucraina
Durante il vertice si è tenuto un tavolo tecnico dedicato al tema di infrastrutture e trasporti
Molti nomi di primo piano dell’industria e della logistica italiano hanno preso parte alla conferenza bilaterale tra Italia e Ucraina per la ricostruzione del paese, che si è svolta a Roma nel Palazzo dei Congressi.
Il governo italiano era rappresentato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal Vice Premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dal Vice Premier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, collegati in videoconferenza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Presenti il Primo Ministro Denys Shmyhal, il Vice Presidente e ministro dell’economia, Yulija Suyrydenco il Vice primo ministro e ministro delle infrastrutture Oleksandr Kubrakov e il Ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.
Circa un migliaio le realtà italiane coinvolte: tra quelle che hanno segnalato la presenza all’evento, Confindustria, Ansaldo Energia, Sace, Rizzani de Eccher, Assicurazioni Generali, Cattolica, Eusider, Marcegaglia Holding. Dal mondo dei trasporti e della logistica Fs, Alis, Dba Group, Assoram, Mundys (ex Atlantia).
Annunciata lo scorso gennaio, la conferenza bilaterale – nelle intenzioni dell’esecutivo, un momento di “confronto, incontro e scambio tra i principali attori e leader per poter da subito collaborare in modo rapido pratico e concreto alla rinascita e ricostruzione dell’Ucraina” – si è svolta attraverso 5 tavoli tecnici di approfondimento, il primo dei quali dedicato Infrastrutture e trasporti. Al riguardo il ministro Urso a margine dell’incontro, dopo aver ribadito che il progetto farà perno sui porti italiani di Venezia e Trieste, ha affermato: “Stiamo lavorando per realizzare anche quei corridoi logistici, ferroviari e infrastrutturali che servono per esportare grano e cereali ucraini e per consentire loro di avere le nostre merci che servono alla ricostruzione”.
I porti ucraini sono “oggi occupati e bloccati” ha aggiunto, pertanto “dobbiamo fornire loro il più grande porto del Mediterraneo, il porto di Trieste e il porto di Venezia per creare quel corridoio infrastrutturale che permetterà loro fin da subito di esportare lungo le vie terresti”.
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