In Liguria crescono i transiti doganali: allarme per la futura autonomia finanziaria degli scali
Il tema è stato sollevato dal Direttore interregionale delle Dogane Andrea Zucchini in occasione dell’assemblea di Spediporto
Genova – In Liguria, ma probabilmente anche in altre parti d’Italia, stanno crescendo a dismisura i transiti doganali delle merci in importazione.
A sollevare il tema, durante la tavola rotonda a cui ha preso parte nell’ultima assemblea annuale di Spediporto, è stato Andrea Maria Zucchini, direttore interregionale per la Liguria, Piemonte e Valle D’Aosta delle Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha spegato come “i transiti doganali nei porti liguri sono stati nel 2022 pari a 314.287 a fronte di una proiezione degli anni precedenti che li vedeva attestarsi intorno ai 250.000 circa”.
Con il termine Transito si fa riferimento al Transito Unionale/Comune, che costituisce un regime doganale sospensivo che consente la circolazione di merci, sotto controllo doganale, tra due punti del territorio doganale della Unione Europea (nel caso del Transito Unionale) o anche all’interno dell’Italia.
I numeri meritano attenzione perchè ciò significa che, a fronte dei transiti che vanno poi a finire fuori Italia, l’Iva in importazione il nostro paese la perde. Ma non solo: c’è anche un risvolto molto attuale che riguarda la futura autonomia differenziata e connessa riforma dell’ordinamento portuale che, nelle intenzioni, poggerebbe proprio sulla posibilità di trattenere il gettito fiscale generato dal transito delle merci in ogni scalo. Gettito, che però, stando ai numeri segnalati proprio dalle Dogane, sempre più si stanno spostando nelle aree retroportuali o comunque a destino invece che in banchina (con il rischio per i porti di vedersi ridurre la propria dotazione e quindi ‘autonomia finanziaria’).
I numeri forniti direttamente dalle Dogane danno una lettura (e una misura) chiara del fenomeno in atto: l’ufficio doganale di Genova 1 nel 2022 ha registrato 74.312 transiti doganali mentre nel primo trimestre del 2023 sono stati già 18.712, all’ufficio doganale di Genova 2 sono stati 139.337 nell’intero 2022 e già 30.164 nei primi tre mesi del 2023, a La Spezia 62.375 nell’intero esercizio scorso e 12.506 dal 1 gennaio al 31 marzo di quest’anno, all’ufficio doganale di Savona 19.356 nel 2022 e 4.518 nei primi tre mesi del 2023 e infine alla Sezione operativa territoriale di Vado Ligure 18.920 sono stati i transiti doganali nei 12 mesi dello scorso anno e 4.457 nel primo trimestre di quest’anno.
Perchè questo trend e come eventualmente porre rimedio? Secondo Zucchini la spiegazione risiede nell’elevato numero di uffici doganali riconusciuti negli ultimi anni in molti punti a destinazione (anche in molte aree retroprotuali private) e una limitazione o rivisitazione di queste aree doganali riconosciute potrebbe essere un correttivo necessario per limitare il fenomeno e i conseguenti effetti.
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