Semplificazioni per evitare il flagging out: “Eppur si muove!”
Secondo il segretario generale di Assarmatori il Ddl Malan “è un inizio, con la speranza che non si ‘perda’ fra un ramo e l’altro del Parlamento come già successo in passato con altri meritori tentativi”
Contributo a cura di avv. Alberto Rossi *
* segretario generale Assarmatori e partner dello studio legale Advant Nctm
A qualche mese di distanza dall’estensione dei benefici del Registro Internazionale alle compagnie armatoriali che battono bandiera di un Paese dell’Unione europea o che appartiene allo Spazio Economico europeo, qualcosa si muove anche sul fronte delle necessarie e non più rimandabili semplificazioni per evitare il cosiddetto flagging out, ovvero il rischio che un armatore decida di lasciare la bandiera italiana in favore di altra con meno burocrazia.
Verrebbe da dire ‘Eppur si muove’, parafrasando Galileo Galilei, ma quello che è certo è che le novità contenute in un Disegno di Legge presentato dal Senatore Lucio Malan a Palazzo Madama potrebbero costituire, qualora il testo venisse approvato, un primo passo, un calcio d’inizio, nella direzione di una effettiva sburocratizzazione delle norme che regolano la bandiera italiana a partire dal Codice della Navigazione.
Intendiamoci: il percorso per far sì che il nostro impianto regolatorio possa essere competitivo con quello di altri Paesi – un esempio su tutti, Malta – è lungo e articolato, ma da qualche parte bisogna pur iniziare. E il testo di cui discutiamo oggi è senz’altro un inizio, con la speranza che possa essere presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e non si ‘perda’ fra un ramo e l’altro del Parlamento come già successo in passato con altri meritori tentativi.
Come giustamente sottolineato all’inizio del Ddl, dal titolo “Modifiche al Codice della Navigazione e altre disposizioni in materia di ordinamento amministrativo della navigazione e del lavoro marittimo”, le nuove disposizioni “tengono conto dell’ampio dibattito promosso dalle associazioni degli armatori italiane, con il coinvolgimento di alcuni dei Dipartimenti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Comando generale delle Capitanerie di Porti, di esperti del settore, di rappresentanti nazionali delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e di giuristi”.
Fra le principali novità, appunto, la semplificazione di norme ormai obsolete, non più in grado di garantire la competitività dell’industria marittima e armatoriale nello specifico. Si parla quindi della digitalizzazione dell’anagrafe della Gente di Mare, oggi ancora in formato cartaceo e suddivisa fra i vari comandi delle Capitanerie di Porto, tanto che è difficile, rebus sic stantibus, addirittura stabilire quanti siano effettivamente i marittimi in Italia; della possibilità, da parte del comandante della nave, di arruolare i marittimi, evitando l’oggi obbligatorio passaggio in Capitaneria; la smaterializzazione di buona parte della documentazione che sino ad ora deve essere costudita, in formato cartaceo, a bordo della nave, ovvero i libri di bordo.
In tema di lavoro marittimo, il testo, una volta approvato, permetterà una più rapida procedura di imbarco, sbarco e trasbordo dei marittimi, con l’esenzione dell’annotazione di imbarco e sbarco oggi obbligatoria.
Anche lato nave sono previste importanti semplificazioni. Fra queste non bisognerà attendere nullaosta da parte di diversi enti pubblici nelle procedure di dismissione della bandiera e sospensione temporanea dell’abilitazione alla navigazione; vengono razionalizzate le visite ispettive della Capitaneria con conseguente risparmio di risorse, energie e tempo sia per la pubblica amministrazione sia per le imprese; nell’ambito dei collaudi e delle ispezioni degli apparati radioelettrici (le radio a bordo nave), viene limitata la competenza agli ispettori del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, riducendo le visite solo al momento del rilascio e del rinnovo della licenza radio.